Recinzione stabilimenti a Vasto, Menna: il Tar boccia il Comune

29 Gennaio 2011   15:28  

"L’attuale Amministrazione comunale di Vasto, dopo avere per anni emesso provvedimenti di demolizione ad personam, ha ricevuto una severa lezione dal Tar Abruzzo il quale, con una sentenza esemplare, ha clamorosamente fiaccato l’arrogante indirizzo dell’attuale maggioranza, confermando, invece, la bontà delle scelte compiute dalla Regione su proposta del gruppo Udc".
Sulla questione delle recinzioni degli stabilimenti balneari, Antonio Menna, Capogruppo Udc al Consiglio regionale così esordisce, commentando la recente sentenza emessa dal Tribunale amministrativo regionale.
"Il provvedimento, infatti, disponendo il diritto acquisito dei concessionari a mantenere le recinzioni esistenti e autorizzate antecedentemente al Piano Demaniale Marittimo Regionale, - continua Menna - obbliga di fatto il Comune di Vasto a modificare i titoli concessori rinnovati, consentendo il mantenimento delle recinzioni e a disporre la revoca delle relative ordinanze di demolizione.
La sentenza del Tar - incalza Menna nella sua disamina della questione - fa emergere dei seri interrogativi politici, che inchiodano l’Amministrazione comunale Lapenna-Forte alle responsabilità di una gestione che ha mortificato le aspettative di sviluppo della classe imprenditoriale della città e in particolare di quella turistica. Alla luce di questo importante risultato, ci chiediamo se in questa vicenda, sia stato correttamente esercitato il potere autoritativo da parte dell’Amministrazione comunale o se, invece, in barba ai principi di trasparenza, imparzialità e ragionevolezza, ci sia stato un pericoloso e grave sviamento nell’agire amministrativo, non usando gli stessi mezzi repressivi per tutti. Forse il sindaco di Vasto è convinto che in città esistano figli prediletti e figli di un Dio minore.
L’Amministrazione Lapenna - conclude Antonio Menna - deve altresì chiarire alla cittadinanza se sia stato ragionevole e giusto, in questa vicenda, impegnare risorse pubbliche per soddisfare una miope scelta ideologica della giunta comunale, che al vaglio del Tar ha mostrato, come era prevedibile, gravi lacune di legittimità, con conseguente inutile spreco di risorse economiche".


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