Recinzioni spiagge: Comuni, associazioni e Prc contro la Regione

23 Giugno 2010   11:23  

Le associazioni ambientaliste hanno criticato ieri, nell'incontro avuto con l'assessore al turismo Mauro Di Dalmazio, la decisione assunta dal Consiglio regionale di consentire ai balneatori di poter recintare la struttura principale della concessione demaniale.

L’emendamento approvato qualche giorno fa dall'assemblea, criticato dal centrosinistra, ha modificato il Piano Demaniale Regionale, condonando le recinzioni non autorizzate e permettendo sistemi di protezione altamente impattanti: si potranno realizzare recinzioni alte 1metro e 80 su tutti i lati dello stabilimento.

“Ci fa piacere - si legge in una nota delle associazioni ambientaliste, Legambiente, MareVivo, MareLibero, Italia Nostra - che l’assessore si sia reso conto della portata devastante di questo provvedimento che precluderà la Vista Mare e ridurrà drasticamente gli accessi all’arenile, avvalorando l’idea della spiaggia come proprietà privata e non come bene comune, ma riteniamo che la norma in questione non sia emendabile. Pur riconoscendo la necessità di una soluzione per proteggere le strutture dagli atti vandalici riteniamo che questo provvedimento vada abrogato. La norma che salva le recinzioni abusive è illegittima: fare condoni non è di competenza regionale.
Per quanto riguarda la protezione delle strutture esistono soluzioni a impatto zero come le telecamere e il servizio di sorveglianza a pagamento. Ribadiamo la necessità di un percorso partecipato e condiviso da tutti nella revisione del Piano Demaniale Regionale che per la sua complessità non può essere emendato a 'pezzi' secondo le convenienze politiche del momento, e per di più di parte”.

All'incontro in rappresentanza dei comuni costieri è intervenuto il sindaco di Giulianova Mastromauro, per il quale si tratta di una scelta dagli effetti devastanti, perché “gli stabilimenti diverranno dei fortilizi, con recinzioni alte fino a 1 metro e 80 chiudendo il mare alla fruibilità e alla vista di cittadini e turisti”.

“Un emendamento - ha aggiunto Mastromauro - che va a colpire il demanio marittimo recando grave pregiudizio alla salvaguardia paesaggistica, e che è uno schiaffo a tutti quei balneatori abruzzesi che hanno rispettato le leggi. Oltretutto è appena il caso di ricordare che già la Giustizia amministrativa si era espressa dando torto a coloro che avevano violato i divieti consacrati nel Piano demaniale marittimo”.

Mastromauro ha chiesto che il consiglio regionale, nella prima seduta utile, revochi questo emendamento “dannosissimo per l'ambiente e per gli operatori, restituendo così anche la dovuta centralità decisionale alle municipalità. In caso contrario ribadisco con forza ciò che ho avuto modo di dichiarare nell'incontro di Pescara, alla presenza delle associazioni ambientaliste, dei rappresentanti dei balneatori e dello stesso assessore Di Dalmazio, e cioè che l'ANCI non parteciperà al tavolo di lavoro sul Piano Demaniale regionale”.

Per Antonio Centi, presidente dell'ANCI Abruzzo, è inaccettabile anche sul piano del metodo dei rapporti tra la Regione ed i Comuni costieri, che rivendicano una loro autonomia decisionale.

Contro l'emendamento prende posizione anche Maurizio Acerbo: "può avere un effetto devastante sull'intera costa abruzzese.
La norma approvata dal centrodestra - afferma il consigliere regionale di Rifondazione - oltre a contenere il condono per gli stabilimenti che non si sono adeguati alla normativa vigente, prevede che 'Gli stabilimenti possono delimitare, con sistemi di protezione a giorno non impattanti (sic!), di altezza non superiore a metri 1,80, un'area circostante la struttura principale: il sistema di protezione dovrà essere posto a una distanza non superiore a 10 metri dal perimetro della struttura principale'.
Questo significa - prosegue Acerbo - che la vista mare, già occultata dalla proliferazione di strutture sulle nostre spiagge, sarà ulteriormente ridotta dalle recinzioni.
Rischiamo che le nostre spiagge finiscano col somigliare ad un enorme pollaio o a un campo di concentramento.
Riteniamo irresponsabile l'atteggiamento dell'assessore regionale Di Dalmazio che ha consentito che la sua maggioranza approvasse l'emendamento senza battere ciglio".
Acerbo annuncia che "Rifondazione Comunista farà ostruzionismo su tutte le proposte di legge del centrodestra, in Consiglio e nelle commissioni, fino a quando non sarà abrogata questa norma. Proponiamo a tutte le forze di opposizione di tenere questa linea di comportamento.
E' intollerabile che nel 2010 in consiglio regionale il centrodestra continui a riproporre il vecchio metodo delle sveltine e dei blitz in aula.
Di fronte a una norma così devastante riteniamo indispensabile la mobilitazione della società civile e degli enti locali.
A tal fine abbiamo raccolto le firme per richiedere la convocazione di un Consiglio comunale straordinario a Pescara nel corso del quale presenteremo una mozione che richieda l'immediata abrogazione della norma.
Invitiamo tutti i consiglieri comunali delle città costiere a fare altrettanto per esprimere in maniera forte e chiara l'esigenza di salvaguardare il demanio marittimo".


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