Recuperati 1800 Reperti Trafugati, Sette Denunce in Abruzzo

10 Dicembre 2024   16:34  

Falsi archeologi accusati di saccheggio di beni culturali: sequestrati oltre 1800 reperti e monete rare, indagini coordinate dalla Procura di Pescara.

Un’operazione di grande rilievo per la tutela del patrimonio culturale è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (Tpc) dell’Aquila. Sette persone sono state denunciate per una serie di reati legati al saccheggio di beni archeologici, tra cui furto, ricettazione e violazioni delle norme sulle ricerche archeologiche. Le indagini, coordinate dalla Procura di Pescara, hanno portato al recupero di oltre 1800 reperti archeologici e numismatici, alcuni di valore inestimabile.

L’operazione è partita nell’agosto 2023, quando i Carabinieri Forestali di Barisciano avevano sorpreso due uomini intenti a effettuare ricerche illegali con metal detector nell’area archeologica di Peltuinum, un sito protetto di epoca romana. Poco dopo, gli stessi individui sono stati trovati a compiere attività simili a Popoli, in zone vincolate per il loro interesse storico risalente al periodo alto medioevale.

Le perquisizioni successive, eseguite nelle abitazioni dei sospettati, hanno permesso di sequestrare 518 manufatti di natura archeologica e paleontologica, 459 monete antiche, tra cui una rarissima moneta del Regno di Napoli Filippo II, conosciuta come "quarto di Carlino", e 19 strumenti di ricerca, tra cui più metal detector. Inoltre, altre perquisizioni hanno rivelato 274 monete, 598 reperti provenienti dal sottosuolo, 28 strumenti specifici e dispositivi informatici utilizzati per documentare e catalogare i beni trafugati.

L'esame tecnico condotto dai funzionari del Ministero della Cultura ha confermato l’origine archeologica delle monete, risalenti a un arco temporale che va dal Sannio ai primi del XX secolo. Più della metà dei reperti sequestrati sono stati classificati come beni di rilevante interesse culturale, rendendo obbligatoria la loro tutela secondo il Codice dei Beni Culturali.

L’indagine, durata circa un anno, ha consentito di ricostruire l’intero schema criminale che coinvolgeva, oltre ai due uomini inizialmente fermati, altre cinque persone. Questi individui sono accusati di aver effettuato scavi non autorizzati in siti di alto valore storico e di aver sottratto reperti destinati al patrimonio collettivo.

I beni recuperati potranno essere restituiti alla collettività, con la prospettiva di arricchire le collezioni di musei e di essere utilizzati per scopi di studio e divulgazione. Questa operazione sottolinea l’importanza delle attività di vigilanza e repressione dei reati contro il patrimonio culturale, confermando l’impegno delle autorità nel preservare un’eredità storica che appartiene a tutti.


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