Regione, Srour annuncia la costruzione di 200 nuove case popolari en

29 Marzo 2007   13:34  
Nei prossimi tre anni saranno costruiti in Abruzzo 200 alloggi a canone concordato. Lo annuncia oggi l´assessore regionale Mimmo Srour (nella foto) ed è una buona notizia che segna un´inversione di tendenza da quando, nel 1998, è venuta meno l´erogazione dei fondi Gescal e dunque la possibilità per le Regioni di aumentare l´offerta di case popolari. L´investimento sarà pari a 17,6 milioni di euro, ripartito tra Regione e le quattro Ater, enti che gestiscono l´edilizia residenziale pubblica. Nel dettaglio, 55 alloggi saranno costruiti a L´Aquila, 45 rispettivamente a Teramo e Pescara, 25 a Chieti 30 a Lanciano. Duecento alloggi in più, riconosce Srour, non risolvono il problema del diritto alla casa in una regione dove sono 300mila le persone sotto la soglia della povertà, in cui gli affitti sono sempre più proibitivi per le famiglie monoreddito, sono circa tremila gli aventi diritto a una casa popolare in lista d´attesa. Le Ater in Abruzzo non sono nelle condizioni di pareggiare i bilanci e di fare investimenti. Il canone medio di una casa popolare è di soli 57 euro. Con le entrate le Ater coprono a malapena i loro costi di gestione e poco o nulla resta all´unico scopo per cui tali enti sono nati: dare una casa a chi non se la può permettere. "Terminata la riforma del ciclo idrico integrato - promette Srour - metteremo mano alla riforma del settore dell´edilizia residenziale pubblica, perchè così non funziona". La riforma non dovrà solo ridurre il numero delle Ater e ridurre i costi per cda di rigorosa nomina politica e per consulenze esterne non sempre giustificate. C´è anche un problema di rispetto delle regole e di deficitaria cultura della legalità tra i cittadini beneficiari. Non pochi sono infatti i casi di famiglie che occupano case popolari senza averne diritto o che la lasciano "in eredità" ad un parente non avente diritto, inglobandolo semplicemente nel nucleo familiare. Le Ater sono inoltre costrette a pagare l´Ici ai Comuni, i quali di fatto sottraggono risorse al settore dell´edilizia residenziale pubblica. Molti sindaci si sono arrabbiati quando pochi mesi fa sono stati ridotti da sette a cinque i consiglieri di amministrazione delle Ater, al fine di contenere, almeno di un po´, i costi di gestione. Filippo Tronca

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