Restauro Chiesa Santa Giusta, Un Goal per L'Abruzzo, Sketchers ad AQ

Puntata numero 195

14 Ottobre 2010   17:39  

IN QUESTO NUMERO DEL MAGAZINE 99:

 

- Il terremoto restituisce un rosone e affreschi a Santa Giusta

Il terremoto in quella notte maledetta ha portato via vite umane, ed anche un patrimonio artistico straordinario, quantificabile in 1140 chiese, 400 tra torri castelli e palazzi signorili più o meno gravemente danneggiati. Per ripararli ci vorranno più di 3 miliardi di euro e chissà quanti anni. Il terremoto però talvolta restituisce, squarciano le pareti del tempo e i veli dell'oblio.

Ad esempio nella chiesa di santa Giusta, nel corso dell'opera di messa in sicurezza, sono emersi affreschi del duecento, e addirittura un antichissimo rosone, tra le macerie di una parete crollata, in cui era stato utilizzato come vile materiale edile, a seguito di uno dei tanti altri tremendi terremoti che hanno funestato la città.

Le due scoperte sono state illustrate oggi dal vice commissario per i beni culturali, Luciano Marchetti, ed è stata l'occasione anche fare il punto su un'emergenza enorme, la ricostruzione di un immenso patrimonio storico artistico, che fa del terremotato aquilano una tragedia culturale senza pari in Italia, da un secolo a questa parte.

Nel servizio intervista a Luciano Marchetti e all'assessore comunale Vladimiro Placidi.

 

- Dai crolli alle cricche: 18 mesi di inchieste post-terremoto

Dai crolli alle infiltrazioni della criminalità organizzata, dalle truffe alla cricca pronta a mettere le mani sulla ricostruzione.
Sono stati mesi di gran lavoro per la magistratura aquilana, alle prese con decine di inchieste nate dalle macerie del terremoto.
Il sisma che ha sconvolto l'Abruzzo ha cambiato il calibro delle indagini nella tranquilla cittadina di provincia quale era L'Aquila pre sei aprile 2009.
Centocinquanta i procedimenti oggi aperti a fronte dei quasi duecento fascicoli iniziali.

Capitolo crolli.
Messa da parte ogni velleità di trasferimento dei processi al tribunale di Campobasso, con il niet della Corte di Cassazione alle istanze presentate da alcuni degli imputati, riprendono a fine mese le udienze preliminari su Casa dello Studente, Convitto nazionale e sede della Facoltà di Ingegneria di Roio, i procedimenti in stato più avanzato e sui quali si concentra maggiormente l'attenzione dell'opinione pubblica.
Nello studentato di via XX Settembre persero la vita otto universitari, l'accusa ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli 11 indagati con l'accusa di omicidio colposo, disastro e lesioni. Si tratta di progettisti, costruttori, collaudatori e amministratori dell'edificio.
Al Convitto morirono tre minorenni. Per il crollo di alcune parti dell'edificio di Corso Principe Umberto sono finiti nel registro degli indagati il rettore e un dirigente della Provincia: su entrambi pende una richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo e lesioni gravi.
Nessuna vittima alla Facoltà di Ingegneria di Roio, dove però se ne sarebbero potute contare a centinaia se la scossa fosse arrivata di giorno in orario di lezioni, quando il complesso, edificato negli anni Novanta, pullulava di studenti. Per i danni riportati dalla struttura sotto inchiesta in sette, fra tecnici, progettisti e collaudatori, per i quali è stato chiesto il processo per disastro colposo.
Le complesse indagini sui crolli che ci furono all'Ospedale San Salvatore si sono appena concluse con l'iscrizione nel registro degli indagati di sei persone fra tecnici direttori dei lavori e collaudatori.
Ancora in fase preliminare le indagini sugli edifici privati. Come i condomini nei dintorni di via XX Settembre, dove ci fu, in realtà, il maggior numero di vittime.
Dalle famigerate via Campo di Fossa, via De Bartholomaeis, via don Luigi Sturzo, via Generale Rossi, via Cola dell’Amatrice.

Fronte appalti e infiltrazioni mafiose.
Alla Procura della Repubblica dell'Aquila sono arrivati nei mesi scorsi ampi stralci dell'inchiesta fiorentina nata intorno agli appalti per i grandi eventi, il G8 e la ricostruzione, che ha scoperto una fitta rete di relazioni tra i più alti livelli della politica e dell'imprenditoria.
Sotto la lente d'ingrandimento dei magistrati il consorzio “Federico II”, oggi ormai sciolto, messo su dall'imprenditore aquilano Ettore Barattelli, finito sotto inchiesta insieme al coordinatore nazionale Pdl Denis Verdini, all'imprenditore toscano Riccardo Fusi.
Indagini serrate, poi, con centinaia di accessi nei cantieri, per scongiurare il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata. L'attenzione è rivolta principalmente alle organizzazioni camorristiche, la cui presenza sull'entroterra abruzzese è stata confermata da recenti inchieste giudiziarie, ma preoccupazione desta anche la malavita calabrese. Sotto stretta osservazione i subappalti, anello debole della catena per via della tipologia dei controlli preventivi, minori rispetto a quelli degli appalti.

Alcuni esposti hanno portato poi all'apertura di un fascicolo sulla Commissione Grandi rischi e sulle dichiarazioni rese dai suoi componenti a margine della riunione che si tenne a L'Aquila il 30 marzo 2009, a pochi giorni dalla devastante scossa.
Per l'accusa il messaggio trasmesso agli aquilani in apprensione dopo mesi di scosse con intensità e frequenze crescente, fu estremamente tranquillizzante.
In sette, sono finiti sotto inchiesta. Si tratta di alcuni dei massimi esperti di terremoti in Italia, accusati di omicidio colposo plurimo, per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio. In aula per l'udienza preliminare il 10 dicembre.

servizio Marco Signori
montaggio Marialaura Carducci

 

- L'Aquila e una carriola piena di disegni

Si chiamano urban sketchers, espressione la cui traduzione più plausibile è “disegnatori metropolitani”.

Da ogni parte d'Italia si sono dati appuntamento a L'Aquila.

All'epicentro del terremoto che il sei aprile 2009 ha sconvolto parte dell'Abruzzo.

Caschetto in testa, armati di taccuino e matita hanno attraversato la zona rossa per raccontare in un modo del tutto inedito alcuni dei più bei scorci della città federiciana sfigurata dalla forza della natura.

“Una carriola di disegni” è il nome che hanno dato all'iniziativa, nata dalla fantasia di alcuni artisti e che è corsa sulla rete, sul blog del progetto e sui social networks.

Per raccogliere e guardare tutte le fotografie scattate in diciotto mesi probabilmente non basterebbe altrettanto tempo, ma nessuno, fino ad ora, aveva pensato di descrivere la desolazione che ti circonda appena ti addentri nei vicoli del centro storico della città, attraverso una matita, un acquerello, un carboncino.

L'Idea è quella di raccogliere le immagini dei disegnatori che attraversando le strade, le piazze, gli sdruccioli, vogliano raccontare i luoghi comuni e non comuni del terremoto. Le bellezze ferite, la voglia di un popolo di ricostruire e di reagire all'immobilismo che fa apparire la città sempre allo stesso modo ormai da mesi.

Svelare che di miracoloso, da queste parti, c'è ben poco.

Per fare questo è bastato armarsi di un blocco di carta e di una matita, o una scatola di acquerelli, e camminare, disegnando dal vero ciò che appariva davanti agli occhi.

Ciascuno con la propria fantasia, il proprio stile e i propri strumenti ha ridotto alle due dimensioni ciò che osservava e catturava con lo sguardo.

Tratti di luce e colore per immortalare la speranza, tonalità di grigi e chiaroscuro per raccontare la crudezza degli squarci che si aprono davanti agli occhi di chi attraversa la città.

I disegni sono una registrazione del tempo e dello spazio, che in alcuni angoli dell'Aquila sembra essersi fermato, se non fosse per la natura che riconquista i luoghi abbandonati dall'uomo, come racconta questo acquerello. Lo sguardo dell'artista si è fermato davanti a un bonsai – che, bisognoso di cure e attenzioni da parte dell'uomo, si è seccato – ma intorno al quale crescono e proliferano erbacce che invadono il cortile.

I disegni degli urban sketchers, alla cui iniziativa ha aderito anche il Wwf, vengono poi condivisi sulla rete, oltre ad essere stati già esposti in varie parti d'Italia. Un modo in più, per far conoscere la realtà in cui vivono gli aquilani, ostaggi dell'incertezza, a diciotto mesi dal terremoto.

 

- RiLaquila e Milan: sono realtà l'asilo e la palestra a Sassa

Un asilo, una palestra multifunzionale ed un campo da calcio a cinque a Sassa, non distanti dall'insediamento Map e dal quartiere del progetto C.a.s.e. di Pagliare.
Sono stati inaugurati ieri dai campioni rossoneri Franco Baresi, Massimo Ambrosini e Daniele Massaro insieme alla scuola materna, attiva già da un pò, gestita dalle suore zelatrici.
La realizzazione delle strutture si deve alla generosità della Fondazione Milan e di RiLaquila Onlus.


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