Restituzione delle tasse, monta a L'Aquila la rabbia contro governo e gli euroburocrati

25 Giugno 2013   17:06  

Atroci paradossi di una ricostruzione post-sismica nell'era dell'austerity. Il posto di lavoro di migliaia di persone che restano ad abitare nonostante tutto nel cratere sismico, la sopravvivenza di un intero tessuto economico e sociale, è appeso ad un articolo, il numero 35, per l'esattezza, del disegno di legge numero 588.

In esso i ministri del governo Letta, hanno stabilito che ''le imprese alle quali, a seguito del sisma del 2009, era stata riconosciuta con legge dello Stato del 2011, la riduzione del 40 per cento del carico tributario e contributivo, dovranno versare per intero, seppure in 120 rate, il rimanente 60 per cento''.

Restituire tutto, insomma, fino all'ultimo centesimo, a differenza di quello che è avvento a seguito di tutte le altre catastrofi naturali del nostro Paese, perchè per l'Europa  questa riduzione fiscale è un illegittimo aiuto di stato, e addirittura una distorsione del Mercato., E non invece una opportuna misura di sostegno decisa da uno Stato sovrano, che ha consentito a tante aziende di reggere al crollo dell'economia causata da un terremoto devastante. 

E mentre aziende e cittadini si preparano ad una forte mobilitazione, si moltiplicano le prese di posizione della classe politica. Il governo Letta, tuona ad esempio il consigliere regionale Pdl Luca Ricciuti, sta tentando smaccatamente una ‘captatio benevolentiae’ nei confronti dei burocrati di Bruxelles che non possiamo accettare.

Il governo ci discrimina afferma la senatrice del Pd, Stefania Pezzopane, e annuncia una battaglia in aula per cancellare l'articolo incriminato.

Ammette un eccesso di zelo europeista da parte del premier Enrico Letta anche il consigliere regionale Pd Giovanni D'Amico.

FT

 

 


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