Restituzione tasse sospese. Confindustria al sindaco dell'Aquila: “Serve un'ulteriore proroga"

11 Aprile 2019   10:03  

Un'ulteriore proroga per la restituzione delle tasse sospese dopo il sisma del 2009. A chiederla è il presidente di Confindustria L'Aquila Abruzzo Interno, Riccardo Podda, che ha inviato una lettera al sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi.

“Codesta associazione di categoria, in merito all'annosa vicenda della restituzione delle tasse 2009, ritiene, visto l'avvicinarsi dello scadere dell'ultima proroga concessa con scadenza giugno 2019, di dover investire il Governo circa la decisione di una eventuale ed ulteriore proroga”, si legge nella lettera, “ciò a nostro avviso si rende necessario, in quanto la concomitanza delle elezioni europee di maggio e la poltrona vacante del ministro Savona, rischierebbero di rendere vani e inefficaci l'intervento e l'interlocuzione con l'Europa, che dovrebbe basarsi su un documento attualmente nelle mani del sottosegretario, Giorgetti, volto a rivedere e concordare un diverso regime del de minimis”.

Confindustria sollecita un'azione di confronto immediato con il Governo: “Le nostre aziende hanno bisogno di certezze. Senza risposte e certezze in merito, si rischia di minare definitivamente le basi dello sviluppo di tutta la nostra provincia”. 

Il presidente Podda sollecita una risposta positiva dall'Europa, attraverso la mediazione del Governo italiano: “Non si può confondere il tema degli aiuti alle imprese, come da interpretazione dell'Ue”, dice, “con una problematica derivante da una catastrofe naturale. Mi aspetto dall'Europa e dal Governo una sensibilità, che si traduca poi in provvedimenti effettivi, legata ad una tragedia che non può essere trattata come un'alterazione del regolare gioco di concorrenza tra aziende e nazioni.

Abbiamo sollecitato il sindaco, Biondi, a rimettere il tema al centro del dibattito nazionale. La restituzione delle tasse, vista l'imminente scadenza della proroga, in assenza di nuovi provvedimenti a favore delle imprese del cratere sismico”, conclude Podda, “andrebbe a drenare risorse ad aziende che hanno già avuto significativi danni strutturali, produttivi e di efficienza industriale”.


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