Ricostruire a tue spese? E che fretta c'è...

Il problema non sono i soldi

25 Giugno 2010   01:09  

La lettera firmata che segue - ma l'autrice vuole rimanere anonima - rappresenta uno spaccato, è il caso di dire, del cratere sismico reale.

Nella lettera si spiega che è un'impresa anche riparare una casa poco danneggiata mettendoci i soldi di tasca propria. Già, le case B che, sentenziarono a reti unificate gli esperti commissariali nella primavera del 2009, ci sarebbe voluto solo qualche mesetto per ripararle.

Ed è per questo che chi abitava in case B fuori dalle zone rosse, non sono stati previsti appartamenti del CASE, né Map, né assegno di autonoma sistemazione. Era apparsa una scelta ragionevole, fatto sta che dopo 15 mesi molti terremotati con casa B ancora non riescono a riparare la loro abitazione. E lo Stato per loro sta spendendo, per ospitarli in albergo e in caserma, più soldi di quello che sarebbe stato sufficiente per le ristrutturazioni.

Nella lettera ci si riferisce però ad un'altra casistica: quella delle seconde case di non residenti in uno dei tanti borghi del cratere sismico. Non è un problema da sottovalutare. Le seconde case dei non residenti sono anche il 60% delle abitazioni da ristrutturare. Certo, i loro proprietari non sono terremotati senza tetto, sono residenti altrove. Ma se non si riparano le loro case, come è stato fatto in Umbria, Marche e Friuli, i borghi del cratere sono destinati al collasso economico e demografico, perché in questi borghi tutto gira intorno al turismo stagionale degli emigranti che tornano al loro paese di origine.

Condizione della ristrutturazione è, nel caso rappresentato dalla lettera, l' approvazione del Piano di ricostruzione, per cui è previsto un complesso iter. Obiettano però molti amministratori, tecnici e cittadini: il Piano non è necessariamente uno strumento indispensabile per la buona e armonica ricostruzione, anzi ne può rappresentare un ostacolo, nei borghi dove ad essere danneggiati sono pochi isolati e aggregati e dove non ci sarebbero motivi per bloccare l'avvio dei lavori, se non quello della mancanza di fondi da parte del Governo.

La priorità in questo caso non è certo elaborare addirittura un piano di rilancio turistico ed economico, ma consentire di far riparare le case, secondo le norme e i vincoli vigenti, subito, immediatamente, nel più breve tempo possibile. FT

 

'' Gentile redazione. Mettiamo che uno abbia una casa B, pesantemente lesionata tra camera da letto e soggiorno, mettiamo che non sia residente ma la casa venga utilizzata abbastanza spesso, così spesso che il 6 aprile 2009 la casa era abitata.

L’interessato ha 73 anni (mio padre), una buona pensione (beato lui) da poter offrire in garanzia per un prestito, dove la soglia degli 80 anni è però determinate e voglia vedere sistemata la propria casa, insomma non se la senta di attendere altri due, tre (?) anni per i soldi pubblici che oltre tutto sembra non ci siano proprio.

Mettiamo anche che, dato che i terremoti non si possono prevedere(?), come ci hanno sempre sbandierato, e sia importante prevenire i disastri con opere di consolidamento, soprattutto in zone a rischio e uno voglia passare gli ultimi anni dormendo sonni tranquilli …

Insomma si tenti di ottenere il progetto per iniziare i lavori, affidandosi, come è normale, a qualcuno del paese …. ecco che tutto appare bloccato.

L'ultima di oggi: niente progetto per opere singole perché partiranno gli aggregati (quando ?) e poi si consiglia un consorzio (!) con i proprietari delle case limitrofe ormai abbandonate, i quali certo non hanno fretta.

E uno insiste …. “possiamo fare il progetto?” e la risposta e sempre quella “devi aspettare”. Insomma di fatto per ora è impossibile ricostruire anche a proprie spese!

La nostra casa prima è stata classificata prima A e poi B, poiché il primo sopralluogo è stato fatto da due squadre diverse nelle due abitazioni limitrofe e non era stato valutato che la crepa maggiore, che prende due nostri locali (camera da letto e soggiorno), che danno sulla strada, confluisce nella grave lesione dell’abitazione affianco, per la quale quest’ultima è
classificata E. Ad aprile di quest’anno finalmente la classificazione definitiva, che ci avrebbe dato la possibilità di accedere al contributo anche come non residenti.

Speravamo di poter procedere in fretta, ma non riusciamo a farci fare neppure il progetto. Mio padre è legatissimo al paese e alla sua casa che ha ristrutturato negli anni '60 con i primi requisiti antisismici.

Per una vita tutti i suoi risparmi sono stati spesi lì. Anche a me piace tornare con i miei figli e vorremmo poter stare tranquilli, per quanto possibile.

Mio padre sa bene che difficilmente potremo accollarci spese per la casa in paese avendo un lungo mutuo per la casa di Modena e quindi lui e mia madre hanno fatto un prestito che liquideranno a giorni.

Poiché dopo gli 80 anni non danno più nulla, il prestito è stato ripartito tra lui e mia madre per un arco di tempo che rischiava di essere sempre più breve.

Ci siamo rivolti ripeto ad un architetto, ma non c’è verso di avere il progetto, che poi richiede mesi per l’approvazione. Adesso ci dicono di aspettare gli aggregati e poi i consorzi, anche se abbiamo detto chiaramente che di questi ultimi non ne vogliamo sapere e poi le case vicine sono assolutamente disabitate.

Non ci sono i soldi per i monumenti dell’Aquila, quando mai potranno arrivare per case vuote da anni?

Sarebbe bello ricostruire tutto più bello di prima ma la realtà ci sembra molto diversa.''

 


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