Ricostruzione case "E", Tar condanna Comune per ritardi. Una sentenza che può creare un precedente

22 Giugno 2011   10:16  

E anche sulla ricostruzione ai cittadini non resta che confidare nella giustizia amministrativa.

Una sentenza del Tar rischia di creare un precedente che potrebbe consentire di imprimere una accelerata al complesso processo della ricostruzione.
Il tribunale amministrativo, accogliendo un ricorso di un cittadino contro il Comune di Prata D'Ansidonia, ha intimato all'Ente di chiudere la pratica relativa ad una casa "E" ed erogare il contributo dovuto.

Il Tar conferma quanto previsto dall'ordinanza 3790, ad oggi sostanzialmente inapplicata, che prevede che "se i cittadini presentano la documentazione completa di progetti e domanda per la ricostruzione di un immobile ‘E’, passati 60 giorni l’amministrazione deve chiudere la pratica ed erogare la somma".

La notizia, diffusa da Abruzzoweb, farà senz'altro discutere e deve aver fatto sobbalzare sulla sedia numerosi burocrati, amministratori comunali e tecnici.

Il cittadino si era rivolto al Tar dopo essersi scontrato coi tempi biblici della Pubblica amministrazione. Il 14 maggio 2010 presenta istanza al Comune di Prata d’Ansidonia, il 12 luglio l’Ente chiede integrazioni della documentazione che vengono fornite nel giro di due settimane, il 26 dello stesso mese.
Ma il contributo non arriva. Anzi, in una nota protocollare, il Comune spiega che la pratica è "ancora in istruttoria" a causa della "necessità di procedere a verifiche tecniche sull’ammissibilità e congruità delle voce inerenti al progetto presentato".

Il Tar, che non accetta si tergiversi solo perché il quadro normativo viene ritenuto poco chiaro o perché è ancora aperto il dibattito sui piani di ricostruzione, dice anche che se le amministrazioni non si spicciano nominerà un commissario ad acta, esattamente come avviene per le cosiddette aree bianche, quelle cioè nelle quali è decaduto il vincolo apposto dal Piano regolatore.

In questo caso sarebbe un singolo commissario a risolvere solo il singolo caso senza curarsi di una visione d’insieme.

I giudici amministrativi hanno rigettato anche le tesi avanzate dalla difesa, tra le quali le "note incertezze interpretative riguardanti gli immobili di tipologia ‘E’".


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