Ricostruzione: cosa cambia dopo la visita di Barca all'Aquila

21 Febbraio 2012   12:15  

Fa da paciere tra le varie animosità, il ministro Fabrizio Barca, inviato all'Aquila dal premier Mario Monti per dare una svolta alla ricostruzione post terremoto, in fase di stallo.

Fine del commissariamento, snellimento delle procedure, garanzia di un costante impegno finanziario da parte del governo. Sono le principali novità emerse dalla serie di incontri avuti ieri nel capoluogo con la struttura commissariale, i sindaci, e infine Confindustria e sindacati.

Subito dopo le elezioni amministrative di maggio, parte dei poteri oggi in capo a Gianni Chiodi passeranno ai sindaci. E' stato lo stesso governatore a proporlo - per mettere fine ad ogni alibi da parte dei Comuni, ha detto -  a fine giugno, si ipotizza, sarà smantellata la struttura commissariale e sarà posta fine al regime delle ordinanze, che fino ad oggi hanno disciplinato i modi e scandito i tempi della ricostruzione.

Il presidente della Regione continuerà un’opera di monitoraggio e controllo, soprattutto per quanto riguarda l'erogazione delle risorse. Nelle mani del governatore restano poteri di indirizzo, coordinamento e programmazione economico-finanziaria, e il compito di riparto delle risorse tra i Comuni con conseguente monitoraggio della spesa. Un apposito ufficio sarà costituito a supporto di questa attività.

I sindaci, dovranno presentare il Piano di ricostruzione dotato della dovuta previsione dei costi, 42 i Comuni che lo hanno fatto fino ad ora, tra cui quello dell'Aquila. Prima della fine della gestione commissariale, dovranno ottenere l'intesa di Chiodi e della Struttura tecnica di missione.

La filiera, costituita da Fintecna, Cineas e Reluis, completerà l'esame delle pratiche di riparazione degli edifici della periferia ancora inevase.Sul fronte delle risorse, dal ministro arrivano garanzie: "Ce ne sono in abbondanza - ha detto Barca - vanno solo spese bene e con rigore".

Ed entro il 15 marzo, il governo dovrebbe erogare nuove risorse per la gestione dell'emergenza. Fondi che si andrebbero ad aggiungere ai trenta milioni di euro previsti dalla legge sul terremoto, insufficienti per garantire, ad esempio, l'assistenza alla popolazione sfollata per l'intero anno.Per la ripresa economica del cratere, c'è l'impegno a rendere immediatamente spendibili i 90 milioni di euro destinati alle imprese dalla legge 77, da utilizzare tramite il "de minimis". Non prima, di aver verificato nel dettaglio, tutte le risorse messe finora a disposizione.

Una prima ricognizione, insomma, che segue quella del 28 dicembre a Roma, che servirà al governo a offrire ricette per uscire dall'empasse.

(MS)


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