Ricostruzione ferma, arrabbiarsi paga: dal governo promessi 250 milioni nei prossimi giorni

07 Maggio 2013   17:57  

Forse è già servita a qualcosa la clamorosa protesta di ieri del sindaco Massimo Cialente che ha riconsegnato della fascia al presidente della Repubblica e ha fatto rimuovere il tricolore dagli uffici comunali.

E' servita a smuovere le acque stagnanti dei palazzi romani e della loro burocrazia. E' servita a dare una scossa, questa volta positiva, alla politica abruzzese e a ricompattarla, una volta tanto, intorno ad una sorta di larghe intese per la ricostruzione.

Da Roma già arrivano infatti voci di un interessamento diretto del premier Enrico Letta che avrebbe chiesto un promemoria sulle criticità della ricostruzione, e di una promessa da parte del ministro per la Coesione territoriale Carlo Triglia relativo ad uno sblocco di 250 milioni addirittura nelle prossimi giorni .

Stanziamento anzi dato per certo dall'assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano: 

"Dal Dipartimento della Coesione territoriale mi assicurano che per l'inizio della prossima settimana sara' trasferita al Comune dell'Aquila la prima tranche di 255 milioni di euro alla quale seguira', verosimilmente entro un mese, la seconda tranche da 300 milioni. 

Quello che serve sono solo finanziamenti certi e costanti nel tempo che possono essere erogati esclusivamente, non mi stanchero' mai di ripeterlo, con il ripristino della Cassa Depositi e Prestiti.

Questa e' la posizione del Comune dell'Aquila e dei Comuni del Cratere Sismico. Una posizione compatta, trasversale, chiara che il Governo non puo' ignorare"

Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ex-commissario per la ricostruzione, tende a sopresa la mano al sindaco aquilano:

''Il sindaco Cialente ora non deve essere lasciato solo. Ora non è il tempo delle polemiche. L'Abruzzo e il suo capoluogo non possono permettersi un anno di blocco della ricostruzione.

Non possiamo sopportare che quella che potrebbe essere una occasione di rilancio e di sviluppo economico, venga trasformata in una terribile stasi.

È evidente il fallimento della idea di ricostruzione completamente affidata agli enti locali ed in primis al comune dell'Aquila.

Ora è tempo che il nuovo governo si assuma le proprie responsabilità. E per ottenere ciò è necessaria finalmente unità istituzionale delle forze del territorio. Per questo da domani contatterò personalmente il premier Letta e il vicepremier Alfano affinché si proceda celermente ad aprire un tavolo per la ricostruzione dell'Aquila e degli altri comuni colpiti dal terremoto.

Il tavolo dovrà indicare in primis se ci sono le risorse già stanziate dal governo Berlusconi e deliberate dal Cipe lo scorso dicembre. In secondo luogo dovrà garantire un nuovo stanziamento che assicuri un flusso costante di risorse da destinare alla ricostruzione e allo sviluppo.

Infine è necessario che si individui celermente un interlocutore governativo che, laddove necessario, abbia la forza di rappresentare le istanze del territorio, coordini le azioni da intraprendere e apporti i necessari correttivi ad un apparato che dallo scorso mese di settembre ha dimostrato tutti i suoi limiti".

Sulla stessa linea il presidente della Provincia Antonio Del Corvo che dichiara:

''Finalmente anche Cialente si è accorto di quanto disastrosa sia stata la gestione della ricostruzione da parte del governo Monti. Siamo pronti a lottare insieme''

Resta arroccato nelle sue posizioni invece il fu montiano Giorgio De Matteis, che definisce la riconsegna del tricolore una inutile pantomima che ha fatto seguito alla patetica manifestazione con le carriole Roma. Il suo sodale Daniele Ferella difende invece a spada tratta la sacralità del tricolore. 

Pronti invece a mobilitarsi e a tornare a Roma tanti cittadini aquilani e con loro Cgil, Cisl e Uil che in una nota sottolineano: ''Non è accettabile che a Roma, a quattro anni dal terremoto, si continui ancora a discutere su quel che è accaduto nelle zone colpite, su quanti e quali siano i danni all’Aquila e negli altri comuni, se questo territorio ha gli stessi diritti e le stesse prerogative che lo Stato italiano e le sue istituzioni hanno concesso (e ci mancherebbe altro!) agli altri territori che prima e dopo di noi sono stati colpiti da una tragedia.

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore