Scrive il COMITATUS AQUILANUS e il Circolo Valorizzazione Terre pubbliche:
" Non possiamo lasciare la ricostruzione del nostro futuro ad un Commissario (per quanto efficiente !) nè tanto meno a informali decisioni di qualche “furbetto”!!!
Il problema della ricostruzione va affrontato con la massima responsabilità,trasparenza e condivisione tenendo innanzitutto presenti :
-la qualità della vita da sfollato e quella che si deve garantire in via transitoria;
-il mantenimento degli insediamenti istituzionali e produttivi;
-il rilancio della qualità ambientale, urbanistica,storico-architettonica,culturale e sociale del territorio;
-la qualità culturale-architettonica e l’efficienza energetica dei nuovi insediamenti.
Lo stato di necessità e le fretta insieme possono avviarci verso scelte in contrasto con i tre principi sopra delineati che possono portare ad un degrado del nostro tessuto urbanistico e ad alterazioni irreversibili.
Bisogna battere la logica della cieca urgenza, dell’episodicità dell’interesse singolo per riproporre una visione collettiva e condivisa del nostro futuro urbano e produttivo.
Deve essere anche l’occasione per eliminare edifici ed alterazioni all’impianto orografico dell’antica città,ai suoi orti e al pomerio urbano.
Va promossa una sistematica ristrutturazione statica di tutto il patrimonio edilizio adeguandolo alle norme sismiche più severe.
Vanno riqualificate le periferie e i quartieri abusivi mai pianificati come S. Giacomo (area di grosso interesse anche per eventuali nuove localizzazioni !).
In tal senso e per tematiche specifiche, in una visione comunque organica si tratta quindi di:
A) Centro Storico
-verificare immediatamente sulla base della stessa lettura contenuta nel PRG del “75, quali
edifici devono essere immediatamente puntellati e quali addirittura riattivati al più presto (come dai 4 Cantoni alla Piazza);
-adozione di un Piano Particolareggiato conseguente a un dibattito trasparente ed autorevole;
-avvio dei Piani di Recupero delle Frazioni secondo la ricerca dell’Ing. Vittorini;
B)Zone periferiche
- accelerare i rientri negli edifici classificati A,B,C (per circa il 70 % degli alloggi);
- requisire tutti gli alloggi inoccupati disponibili ed agibili (circa 3.000);
- garantire una dignitosa accoglienza in roulotte o mobil-house;
- evitare la proliferazione episodica e spontanea di “casette in canadà” per consentirle solo su
aree edificabili o di stretta pertinenza e più vicine alla tradizione locale (se fisse !);
- assegnare in comodato e a tempo ulteriori prefabbricati in legno;
- prorogare,ove si renderà necessario, anche per il prossimo inverno la permanenza presso
la ricettività costiera dei nostri cittadini;
C) Nuovi interventi
- allestire locali/capannoni per il trasferimento di tutti gli arredi recuperati e da recuperare;
- accelerare e riconvertire i programmi approvati in via di realizzazione da parte di
imprenditori locali;
- costruire pochi piccoli quartieri all’interno delle zone già edificate ed urbanizzate e
comunque nell’ambito delle previsioni insediative vigenti,quindi escludendo aree
baricentriche strategiche (da mantenere a verde ,parco o area di rifugio ) e aree agricole
irrigue o alluvionali;
- localizzarli in sostituzione degli edifici o degli “insiemi” da abbattere (come a Valle
Pretara) ;
- localizzarli in sostituzione delle caserme (o di parte di esse) dismesse;
-su aree demaniali come la Polveriera o la Ex SERCOM;
-in una zona direzionale come “Lenze di Coppito”;
-in aree già compromesse oggetto di progetti urbanistici di riconversione –riqualificazione
come le “casette Co.Ge.Far” ad Assergi;
D) Direzionale e Produttivo
-Va requisito ed assegnato alle istituzioni tutto il Direzionale realizzato (anche se in attesa di latenti mutamenti di destinazione d’uso !);
-Vanno requisiti ed attivati tutti i capannoni inutilizzati esistenti e realizzati di recente (come quelli del nucleo di Sassa).
Scheda delle quantità (presumibili )
Alloggi interessati dal sisma 40.000
Alloggi agibili 54 % 21.600
Alloggi agibili con interventi 16 % 6.400
Alloggi non agibili 30 % 12.000 (da garantire per l’inverno)
di cui previa verifica 15 % 6.000 ( da ricostruire )
Impegni finanziari conseguenti
A. ag. 21.600 x 5.000 = euro 108.000.000
A. con i. 6.400 x 30.000 = euro 192.000.000
A. non a. 6.000 x 80.000 = 480.000.000
A. nuovi 6.000 x 150.000 = 900.000.000
Totale = 1.680.000.000