Ricostruzione senza idee e la fantasia di Niko Romito

09 Settembre 2010   13:47  

A seguire un abstract dell'intervento di Ettore di Cesare, esponente dei comitati cittadini, nel dibattito sulla ricostruzione che si è svolto ieri alla Festa democratica di Collemaggio.

''La ricostruzione deve essere un processo collettivo. Bisogna far parlare la città. Lo consiglia l'Onu e l'Ocse per le ricostruzione. Perché serve una motivazione per rimanere a vivere a L'Aquila, servono prospettive concrete. Noi aspettiamo da un anno e mezzo il masterplan, e per ora un progetto di futuro convincente non c'è, e la gente anche per questo va via. Ogni giorno che passa è un giorno di spopolamento. A L'Aquila serve la politica, ovvero strategia e pianificazione del futuro. E qui va ricostruita la politica.

Le Linee guida elaborate dal commissario Fontana lasciano esterrefatti: sembra un tesina universitaria, una ricetta di marketing territoriale. Servirebbe ben altra analisi e serietà. Ad esempio non è preso in considerazione il decentramento dell'abitare determinato dal Piano CASE, per l'Università si citano dati non aggiornati. Non lo dico solo io, ma anche eminenti urbanisti e docenti universitari come Pierluigi Sacco.

L'Aquila dopo il sisma è diventato un polo attrattivo. Possiamo essere protagonisti di uno shock culturale. Senza creatività questa terra è morta Non c'era nessuno del Comune. Sintomo inquietante di un incapacità di apertura. È il fatto che il comune dell'Aquila non ha mandato suoi rappresentanti ala biennale di Venezia, dove era astata organizzata una conferenza con esperti di fama mondiale dedicata alla ricostruzione.

Il punto è questo: o si fa una ricostruzione classica, senza progetto e idee innovative, oppure si immagina e si costruisce un modello di città del terzo millennio. Il sogno di ogni urbanista è avere davanti una tabula rasa, e L'Aquila in buona parte lo è.

Possiamo rifondare una città con una qualità della vita altissima, che finiti i fondi e le agevolazioni avrà consolidato una nuova economia all'avanguardia. Una città in cui da ogni parte del mondo vorranno venire a vivere.

Non servono peertanto ricette stantie, come le Linee guida di Fontana. Sono i tecnici che devono parlare il linguaggio della città e non viceversa. Fontana non conosce il territorio, non sa interpretarlo.

Lo chef abruzzese Niko Romito è famoso in tutto il mondo. E lo è diventato perché usando ingredienti e saperi locali, ha innovato con coraggio e creatività nuovi piatti combinazioni e sapori. E' questo l'esempio a cui dobbiamo ispirarci per la ricostruzione della nostra città, per costruire una nuova economia.

Infine un appello: mentre ancora il piano di ricostruzione è sulla carta, assistiamo ad un progressivo consumo di territorio, per realizzare nuove costruzioni, prefabbricati, secondo un urbanistica improvvisata, cieca e senza progetto. Prima che sia troppo tardi chiedo dunque al sindaco di porre uno stop immediato a tutte le concessioni edilizie.''

 


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