Rifiutopoli, il presunto peculato di Venturoni stipulato a Pescara

26 Ottobre 2011   14:45  

A stabilire la competenza é, di norma, il reato più grave e spulciando nel corposo fascicolo della Procura di Pescara sullo scandalo dei rifiuti in Abruzzo, l'ipotesi di reato più pesante é quella a carico dell'ex assessore regionale alla sanità Lanfranco Venturoni, presunto peculato che sarebbe stato commesso nel capoluogo adriatico ecco perchè, secondo quanto disposto ieri dal Gip De Ninis, il processo non può essere spostato in altro tribunale.

Secondo l'accusa Venturoni avrebbe prelevato 30 mila euro dal patrimonio della società Team (Teramo Ambiente) come corrispettivo di quote. Questi soldi, infatti, sarebbero stati versati sotto forma di assegno al Gruppo Di Zio per l'acquisto del 60% della Tecnology Srl, poi trasformata in Team Tec in un giro vorticoso per indebolire la Team e favorire Di Zio per la costruzione dell'ormai noto Bioessiccatore. L'assegno sarebbe stato consegnato negli uffici della Deco a S.Giovanni Teatino, quindi il tribunale competente sarebbe quello di Chieti, ma secondo il Gip fa fede l'atto notarile, sottoscritto in uno studio pescarese. Questo il passaggio più significativo nell'ordinanza di tre pagine nella quale il Gip Luca De Ninis scioglie al momento le riserve per quel che riguarda l'eccezione d'incompatibilità avanzata in sede di prima udienza preliminare da tutti gli avvocati. Degli undici indagati per la vicenda rifiutopoli, dunque, 5 dovranno essere giudicati a Pescara; oltre a Venturoni, il senatore Fabrizio Di Stefano, Rodolfo e Ferdinando Di Zio, l'ex amministratore delegato della Team Vittorio Cardarella, le figure più importanti. Per gli altri sei, tra cui il senatore Paolo Tancredi, gli atti saranno trasferiti a Teramo. Tancredi é accusato di corruzione perchè avrebbe in qualche modo preteso un contributo elettorale di 20 mila euro dai Di Zio; mentre gli altri indagati che dovranno essere giudicati dal tribunale teramano, Giovanni Faggiano, Sergio Saccomandi, Paolo Bellamio e Ottavio Panzone devono rispondere di abuso d'ufficio e Luca Franceschini di turbata libertà degli incanti. Il cuore dell'inchiesta, dunque, resta a Pescara ed il prossimo 6 dicembre a partire dalle 9.30 in programma le prime schermaglie con gli avvocati chiamati a sollevare le questioni preliminari.

Luca Pompei


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