Rifiutopoli: l'inchiesta investe il 'sistema-Montesilvano'

Fra gli indagati ci sarebbero Sospiri e Cordoma

21 Gennaio 2011   14:02  

L'inchiesta Rifiutopoli torna da dove é partita. La Procura di Pescara, secondo le anticipazioni fornite stamane da "Il Messaggero" d'Abruzzo , avrebbe chiuso una seconda importante tranche quella relativa alla Ecoemme di Montesilvano. Alla base i soliti favoritismi di funzionari ed amministratori pubblici per agevolare l'espansione della Deco dei fratelli Di Zio nella gestione e smaltimento dei rifiuti in Abruzzo.

Sarebbero 9 le persone iscritte nel registro degli indagati tra questi spiccano Lorenzo Sospiri e il sindaco di Montesilvano Pasquale Cordoma; ma anche Massimo Sfamurri, in quota Pd, in qualità di presidente di "Ambiente Spa" e del sindaco di Farindola Antonio De Vico, in qualità di presidente della Comunità montana vestina. Tra gli altri i fratelli Ferdinando ed Ettore Di Zio, l'amministratore della "Ecologica Srl" Giordano De Luca e l'allora presidente della Comunità Montana Vestina Fabio Savini.

Per tutti l'ipotesi di reato e corruzione, per Ferdinando Di Zio c'é anche l'aggravante della truffa.

L'inchiesta, condotta dal pool di magistrati formato dal Procuratore Capo Nicola Trifuoggi e dai sostituti Annarita Mantini e Gennaro Varone, parte dal solito impianto accusatorio:  il tentativo di alimentare il sistema di monopolio del gruppo Di Zio, attraverso la Ecoemme (49,85% Comune di Montesilvano, 47,83 Deco, 2,31% Comunità Montana Vestina), con una serie di vantaggi, tra questi uno in particolare che avrebbe consentito al gruppo Deco nel decennio tra il '99 ed il 2009, un surplus di circa 7 milioni di euro con un ricarico di costi di produzione del 30% rispetto al 12% stabilito nel contratto.

La contropartita per tutti, politici, amministratori e funzionari, é sempre la solita, finanziamento di campagne elettorali ed assunzioni clientelari. In particolare, per quanto riguarda il duo Sospiri-Cordoma, la procura contesta, con velati riferimenti anche nell'ordinanza dell'inchiesta che ha coinvolto l'ex assessore regionale Venturoni, il pagamento di 10.000 euro quale fondo per la campagna alle regionali del 2008.

Grazie a questo contributo, Cordoma, in partenza contrario a proseguire il rapporto con la Ecoemme, a sorpresa si converte, su pressione, secondo la Procura, dello stesso Sospiri, cambiando giudizio sui Di Zio, arrivando perfino a non avviare l'iter amministrativo d'indizione di una gara pubblica per l'affidamento dei servizi d'igiene dell'ente locale, malgrado le proteste dell'allora presidente della Ecoemme Domenico Di Carlo (per questa ragione destituito) di un componente del collegio dei revisori ed addirittura, nonostante il parere contrario dell'avvocato Carlo Montanino consultato dall'allora direttore generale del Comune.

Questo quanto emerge, ma il quadro della situazione potrebbe essere ancora parziale. 


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