Rifondazione Comunista, Ombrina Mare, Un anno fa la grande manifestazione, oggi a che punto siamo?

14 Aprile 2014   11:19  

 La grande manifestazione del 13 aprile ottenne una sospensione dell’iter e l’avviarsi di un contenzioso con la società proponente. Nel mentre si attende il pronunciamento del Tar va notato che sul piano normativo non vi è stata alcuna iniziativa da parte della maggioranza dei governi Letta e Renzi.
Mentre il parlamento era stato velocissimo a sbloccare Ombrina Mare2 con il decreto Passera votato da centrodestra e centrosinistra (parlamentari abruzzesi compresi), a un anno dalla manifestazione non si è visto tale impegno per bloccare Ombrina.
La senatrice PD Pezzopane si dice soddisfatta per l'approvazione in Senato di un ordine del giorno sulla sospensione delle trivellazioni anche in Abruzzo, che impegnerebbe il Governo a fare l'esatto contrario, anche rispetto ad Ombrina Mare, di quanto prospettato però dal Ministro Guidi alle Commissioni X di Camera e Senato il 27 marzo scorso.
Chi si accontenta gode. E infatti, il 27 marzo il Ministro allo Sviluppo Economico del Governo Renzi ha indicato tra le priorità del suo dicastero la ripresa degli investimenti privati per la ricerca e la produzione di idrocarburi e la centralizzazione delle competenze in materie di infrastrutture energetiche strategiche.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il Viceministro De Vincenti (PD), sentito dalla Commissione Attività produttive della Camera, nell'audizione del 24 marzo scorso. L’atteggiamento del PD quindi appare schizofrenico: sul territorio si partecipa alle manifestazioni contro la petrolizzazione, a Roma il loro governo continua a promuoverla.
Ancor più preoccupante la proposta di riforma del Titolo V della Costituzione che sottrae alle Regioni la possibilità di incidere sulla materia energetica e connesse (un modo per rendere inefficaci le proteste popolari nei territori). Si ripete dunque il vuoto rituale di inizio legislatura allorquando alcuni parlamentari, tra cui la stessa Pezzopane e Legnini, appartenenti entrambi allo stesso PD che aveva votato in gran fretta il Decreto Sviluppo del Governo Monti, presentarono una serie di atti volti a scongiurare la minaccia di Ombrina Mare 2 mentre lo strumento più veloce, risolutivo ed efficace sarebbe stato e sarebbe ancora oggi un semplice decreto legge. Di sicuro però in cima alle priorità del governo Renzi non c'è lo stop a Ombrina Mare 2, anzi c’è il contrario visto quanto dichiarano i suoi ministri. E non solo.
Se i governi PD a Roma lavorano per la petrolizzazione la Regione a guida Chiodi-Sorgi non brilla certo per difesa del territorio regionale interessato anche da numerose istanze per la ricerca di olio e gas, e da un nuovo titolo per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi: Colle dei Nidi.
Mentre su quest'ultimo si pronuncerà il TAR a novembre, delle istanze deciderà la Presidenza del Consiglio dei Ministri - e cioè Renzi - dopo che la Regione Abruzzo, sebbene sollecitata dal Ministero per lo Sviluppo Economico ad esprimersi con il rilascio della cosiddetta Intesa, non ne ha formalizzato il diniego.
Tutto questo per effetto dell'art. 38 del famigerato Decreto Sviluppo. Insomma Chiodi ha anticipato Renzi: infatti non usa lo strumento dell’intesa che il Presidente del Consiglio intende eliminare. Temiamo che, ovviamente ad urne chiuse, quelle istanze possano trasformarsi in altrettanti permessi di ricerca. Insomma tutti si dicono contrari alla petrolizzazione e ad Ombrina ma, guarda caso, la trasformazione dell'Abruzzo in distretto minerario procede a tappe serrate e questa scelta devastante per il nostro territorio viene deprecata a parole ma non contrastata nei fatti.
La Strategia Energetica nazionale rimane la stessa, l’Abruzzo e il suo mare continuano a essere bersagli delle multinazionali e l’unica proposta concreta è di modificare la Costituzione per togliere a Regioni ed enti locali gli strumenti per opporsi sul piano amministrativo.  Una cosa è certa le dichiarazioni ufficiali di Medoil contenute in un Report che Enrico Gagliano del coordinamento NO TRIV ha scovato sono inquietanti ma confermano il quadro che abbiamo delineato.
Nel Report annuale della Medoil (pag65) leggiamo che nel mentre è aperto su Ombrina un contenzioso al TAR: “La compagnia è in costante dialogo con il Governo italiano e altri attori chiave per trovare una soluzione per il progetto al di fuori dei tribunali. A giudizio del Board, tali discussioni non sono impedite dal ricorso” http://www.medoilgas.com/media/23324/annual_report__31_december_2013.pdf Chi parla con Medoil? Quali soluzioni stanno trovando “al di fuori dei tribunali”? Non sappiamo se i vertici di Medoil si riferiscano al governo Letta o a quello Renzi ma dopotutto gli ingredienti e le ricette non son certo cambiate. Il PD e il centrodestra che stanno al governo possono risponderci?


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