Rilanciare il turismo a Chieti

02 Dicembre 2011   22:21  

Il turismo rappresenta fra attività dirette e indirette il 15% del Pil dell’Abruzzo e il 5,4% della forza lavoro.  Percentuali notevolmente basse se riflettiamo su tutto ciò che la nostra ragione ci offre in termini di ricchezza naturale. La regione ha abolito con legge regionale le linee guida dei sistemi turistici locali, ha annullato la partecipazione alla Bit, abolito l’Aptr, preoccupano inoltre alcune misure prese dal governo come il via libera ai comuni per l’istituzione della tassa di soggiorno dove ancora una volta sono gli imprenditori a pagare di tasca propria per l’applicazione della tassa di soggiorno che sarà formalmente a carico dei turisti, ma che di fatto danneggerà il settore già fortemente provato dalla difficile situazione economica.

Gli albergatori, e di conseguenza tutto l’indotto, purtroppo assisteranno ad un calo insostenibile di presenze. Tale situazione è ancora più grave se consideriamo che in Abruzzo e nella nostra Provincia quella di Chieti  il turismo è una delle poche risorse che abbiamo. I Comuni hanno bisogno di soldi e qual è la cosa più semplice? Tassare tutti senza preoccuparsi delle conseguenze. Questo è quanto sta accadendo.

Si nota inoltre l’assenza di qualsiasi tipo di strategia di marketing regionale per promuovere l’immagine dell’Abruzzo. Gli operatori si lamentano in particolare perché hanno subito un forte calo delle prenotazioni.

La situazione regionale, a livello turistico, denota e segnala delle criticità strutturali che non si possono negare.

E’ inutile approvare una legge di sostegno al turismo (legge 76)  quando manca totalmente una progettualità turistica che si muove di pari passo con lo sviluppo di infrastrutture e servizi.

Siamo fortemente preoccupati per il ritardo con cui la Regione affronta il nodo del rinnovo delle concessioni balneari – afferma il coordinatore provinciale di Fli Alessandro Carbone, diventa a questo punto davvero necessario imprimere una svolta al confronto tra istituzioni e parti sociali, a partire dalla redazione del nuovo piano demaniale marittimo regionale.

In Abruzzo abbiamo montagne, mare, enogastronomia e borghi antichi che rappresentano una specificità unica nel panorama italiano. Abbiamo le risorse ma manca la gestione delle stesse. Da questo è necessario partire, costruendo però un progetto e un approccio strategico condiviso con gli operatori di settore che spesso sono tenuti ai margini delle scelte che questa amministrazione regionale compie.

Il turismo conclude Carbone deve trasformarsi, il mercato è cambiato nettamente. Per questo alla Regione diciamo che la promozione non può attendere i tempi dei bandi comunitari: occorrono risorse disponibili e flessibili, perché con la crisi dell’industria il turismo sta assumendo un ruolo primario nell’economia di migliaia di famiglie abruzzesi.


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