Rinvii a giudizio corteo 7 luglio, il 3e32: ''Al processo porteremo tutti i sindaci presenti"

07 Giugno 2012   17:31  

A seguire il comunicato stampa del comitato cittadino 3e32 a seguito del rinvio a giudizio di tremanifestanti presenti al Roma il 7 luglio al corteo dei terremtoati aquilani. 

''Apprendiamo che oggi il giudice Flavia Costantini in udienza preliminare a Roma ha rinviato a giudizio al prossimo 4 Ottobre tre persone per i fatti accaduti il 7 Luglio 2010 nella capitale durante il corteo che ha visto protagonisti più di 5mila aquilani.

Evidentemente la giornata del 7 Luglio in cui un'intera comunità è scesa in piazza con rabbia e dignità per chiedere solo il rispetto dei propri diritti, non è finita. 
Tre ragazzi rischiamo per quel giorno pene da 3 a 15 anni. 

Per questo il 4 Ottobre torneremo per le vie di Roma in massa perché siamo tutti e tutteresponsabili di quanto successo quel giorno e porteremo la nostra solidarietà a chiingiustamente viene processato.

“A questo punto nel dibattimento porteremo tutti i sindaci del cratere presenti quel giorno a Roma, Cialente in primis" ha detto uno degli avvocati che ci difende, Gregorio Equizi.

Durante l’udienza preliminare il giudice e gli avvocati hanno discusso a lungo e proiettato un video prodotto dagli aquilani.

A quanto pare però il giudice non si è presa la sue responsabilità e in maniera davvero poco coraggiosa ha deciso per il rinvio a giudizio.

Ribadiamo  che:

1) Quel giorno a Roma non c’è stato nessuno “scontro” o “violenza” da parte deimanifestanti, anzi, ci sono state delle persone che sono state manganellate (più volte) dalla polizia, nonostante fossero a mani alzate.

2) In prima fila c’erano i sindaci del cratere ed altre figure politiche e istituzionali, insieme a tanti cittadini e cittadine aquilani

3) Per quale motivo siamo stati manganellati? Perché volevamo manifestare sotto le sediistituzionali la nostra rabbia per un trattamento iniquo e per il rispetto dei nostri diritti? Questo lo rivendichiamo pienamente tutti quanti, ed infatti con tenacia e determinazionelo abbiamo fatto.

4) Mai, neanche dopo che la polizia ha aperto la testa a due ragazzi a colpi di manganello, c’è stata alcuna forma di reazione violenta da parte dei manifestanti.

5) Sostenere che le asticelle in plastica delle bandiere siano “oggetti atti ad offendere” èsemplicemente ridicolo.

Il messaggio intimidatorio è chiaro e non è nuovo in un territorio che per lemanifestazioni post-terremoto ha addirittura più di 60 denunce: non protestare e non portare la tua solidarietà a chi lo fa.

Fa rabbia anche constatare come tante figure politiche cittadine, dopo aver rivendicato e utilizzato più volte, soprattutto durante la campagna elettorale, la loro presenza allamanifestazione del 7 luglio, rispetto a queste accuse assurde non abbiano nulla da dire.

La nostra battaglia per una ricostruzione giusta non si ferma.''


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