Riordino degli enti: un passo alla volta senza fretta

Cronaca dal Consiglio Regionale

17 Marzo 2009   18:37  

Dopo una lunga pausa, necessaria a mettere a punto il progetto di legge sul riordino degli enti strumentali, e per esaminare le decine di emendamenti presentati dall'opposizione, i lavori del consiglio sono ripresi intorno alle  ore 16. Il disegno di legge, lo ricordiamo, era stato presentato dalla maggioranza come una legge di indirizzo che impone la riforma degli enti entro sei mesi, secondo il principio di sussidiarietà, ovvero gli enti regionali gestiranno solo quei servizi che non possono gestire gli enti locali o direttamente l’amministrazione regionale. Gli enti che non rispondono a questo requisito saranno accorpati o soppressi. Si stabilisce inoltre che gli enti vengano commissariati facendo ricorso dove è possibile al personale della regione. Vengono poi fissati criteri più stringenti per la nomina degli organi di vertice, da scegliersi secondo “la professionalità, l'esperienza e le qualità morali”.  Il collegio dei revisori dei conti avrà l’obbligo di segnalare e comunicare le irregolarità riscontrate al servizio regionale preposto al controllo di gestione e agli uffici di controllo interno. Gli enti hanno poi l’obbligo di comunicare alla commissione competente ogni due mesi l’elenco delle deliberazioni adottate, e ogni sei mesi una relazione dell’attività svolta e gli obiettivi per il successivo semestre. Le commissioni a loro volta relazioneranno in consiglio. E ancora: il 30% della retribuzione dei manager sarà legata al risultato e i compensi modulati in base alla “complessità della gestione e della relativa professionalità richiesta”.  Le indennità di carica non potranno essere cumulate con i compensi da parlamentare, italiano o europeo, da consigliere regionale, o con gli stipendi risultanti da altri incarichi di nomina politica in enti pubblici. Il direttore di un agenzia infine può essere revocato dalla giunta in caso di “gravi e persistenti irregolarità” e "difformità rispetto alle finalità istituzionali dell’ente". Gli enti commissariati in vista del riordino non potranno aumentare la pianta organica, assumere personale, e compiere atti di straordinaria amministrazione.

CONVERGENZE MARGINALI 
Si comincia ad approvare all'unanimità alcuni emendamenti tecnici dell'opposizione, ma l'aula torna a spaccarsi allorchè vengono respinti gli emendamenti per così dire di sostanza che proponevano: un solo ente per ciascun settore di competenza, l'impossibilità per le società  regionali di acquisire partecipazioni in altre società; la nomina nei cda limitata solo a persone che hanno professionalità e competenze nel settore specifico;  il tetto dei compensi dei manager pubblici fissato al 40% degli stipendi dei consiglieri regionali. Tutti emendamenti respinti.  

CHIODI E GLI PSEUDO-CATTO-COMUNISTI
“Proposte improprie e demagogiche - ha spiegato in aula il Presidente Chiodi, riferendosi agli emendamenti bocciati dall’opposizione - perchè tali proposte, alcune delle quali condivisibili nel principio, andranno approvate in sede di leggi di riordino, valutate caso per caso, attraverso modifiche degli statuti, e non nella legge di indirizzo votata oggi”.  Per quanto riguarda l'emendamento “un solo ente per un solo settore” Chiodi ha affermato che la regione Abruzzo sarebbe l'unica in Italia a porre questo limite, che restringerebbe la possibilità di manovra delle politiche di riforma. Sul tetto agli stipendi Chiodi poi osserva che la proposta dell'opposizione è “pseudo-catto-comunista”, perchè per far funzionare un ente e farlo competere con il privato sarebbe sbagliato porre limiti ai compensi in modo indistinto”. E aggiunge: “Abbiamo ridotto i compensi dei manager Asl senza bisogno di leggi. L’ho fatto e basta, e lo faremo anche in altri casi”. “Votare oggi questi emendamenti -  taglia corto Chiodi – sarebbe inutile, ed noi non dobbiamo mandare falsi messaggi ai cittadini ed è un falso messaggio quello che volete oggi dare voi, ovvero che noi siamo ad esempio contro la riduzione dei compensi”   

PERCHE’ NON FARE OGGI QUELLO CHE DITE DI VOLER FAR DOMANI?
Non la pensa così l'opposizione. Carlo Costantini dell'Italia dei valori e Camillo D' Alessandro del Pd ribattono che è proprio nella legge di riordino che andrebbero fissati questi principi, anche per dare un forte segnale di svolta. “Se vi dichiarate d’accordo in linea di principio su buona parte dei nostri emendamenti - provoca Costantini - perché non li votate oggi?”.  Costantini cita poi l’esempio dello shopping allegro  fatto da enti controllati dalla regione che si sono rivelati spreco di denaro pubblico, o le tre e più società che operano nel settore dei trasporti.”Con il nostro emendamento questo non sarebbe più possibile”, conclude. Ancora più esplicito Maurizio Acerbo di Rifondazione secondo cui la maggiornaza gioca a far finta di cambiare tutto per non cambiare nulla. “Lei Chiodi – afferma il consigliere - ha detto in sostanza che non ci si può tagliare la testa per non correre il rischio di fasciarsela. Noi invece vogliamo che ciò che è accaduto in passato non continui ad accadere. Meglio dunque fissare dei paletti subito, e delle regole”. E conclude malignamente: “Forse il margine di  manovra che volete preservare è nominare chi non ha requisiti nei cda, perché vi ha portato voti e non potete dirgli di no…” 

ERODE E DIACONALE
Gustoso il battibecco a margine sul caso Diaconale. Prima Costantini poi Acerbo osservano, a difesa dei loro emendamenti,  che il neo-presidente del Parco, il giornalista Arturo Diaconale, non avrebbe i requisiti per gestire l’ente, non avendo “professionalità e competenze maturate nel settore specifico “. "Un po’  poco - osserva Acerbo - il fatto che Diaconale, come da lui stesso affermato, sia amico di Fulco Pratesi…” Gianfranco Giuliante prende però la parola  e afferma: “ Vorrei che su Diaconale si esprimessero dei giudizi e non dei pregiudizi. Quando fui nominato a presidente del Parco nazionale della Majella si disse che era come affidare un asilo ad Erode. Ora invece sono stato nominato vicepresidente di Federparchi, per meriti acquisti sul campo e da tutti riconosciuti”. Diamogli tempo insomma… 

ENTI E MORALE
Come era nell’aria viene poi respinto l’emendamento dell’opposizione che intendeva proibire la nomina nei cda e nei posti di dirigenza di enti e agenzie  regionali a coloro che risultino rinviati a giudizio per reati contro la pubblica amministrazione, o condannati in primo grado per reati ambientali e in materia di infortuni sul lavoro. Passa però un emendamento a firma del consigliere di maggioranza Giuseppe Tagliente che introduce l'esclusione dalle nomine per i condannati con sentenze passate in giudicato, che si aggiunge come requisito alla professionalità ed esperienza e al non meglio specificato requisito della “qualità morale" del nominato

EX-VOTO
Ultima annotazione: tra lo stupore dei cronisti, ad ogni votazione è stato addirittura possibile sapere cosa si stava votando, chi aveva votato cosa, ed il tutto entro pochi secondi, con i risultati ben scanditi al microfono dal presidente del Consiglio. Fantascienza fino a qualche mese fa, nella vecchia aula consiliare, ove ci si era fatti il callo ad assistere a caotiche  votazioni per alzata di mano, con i consiglieri talvolta riuniti in gioviali cricche in vari punti della cavea, invece di sedere diligentemente al loro posto,  con il presidente del consiglio che poi sparava numeri a casaccio  nel proclamare approvato o respinto un provvedimento, anche perchè, soprattutto a tarda ora e in occasione di passaggi politici imbarazzanti, diventava regolarmente impossibile contare in pochi secondi il numero di mani alzate, e sapere con esattezza chi fosse il legittimo proprietario di quella mano, che pure rappresentava la volontà e le speranze di migliaia di abruzzesi.

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