Riparazione e ricostruzione case popolari al palo, Rapagnà contro i muri di gomma

17 Luglio 2012   10:20  

“Accuso il Consiglio Regionale, la Giunta Regionale ed i Consigli comunali dei Comuni abruzzesi ad alto rischio sismico, di non avere fatto nulla in questi anni per la manutenzione, la riparazione, la ricostruzione e la messa in sicurezza antisismica della Edilizia Residenziale Pubblica” dice Pio Rapagnà, ex parlamentare e strenuo difensore dei diritti degli inquilini di alloggi pubblici.

"Uno specifico studio sullo stato di sicurezza antisismica di buona parte dei 23.850 alloggi pubblici della Regione Abruzzo è stato effettuato negli anni 1995-1998 dalle note Società Collabora e Abruzzo Engineering.

La puntuale utilizzazione dei dati elaborati da Abruzzo Engineering e aggiornati dalla Protezione Civile avrebbe dovuto consentire ai Comuni, agli Enti gestori ed ai soggetti attuatori di realizzare in tempo utile una seria riparazione e ricostruzione degli alloggi danneggiati dal terremoto del 6 aprile e lanciare una efficace e concreta campagna per la messa in sicurezza antisismica di tutti gli edifici.

La Regione Abruzzo ed i Comuni abruzzesi ad alto rischio sismico, di concerto con il Governo e con la Protezione Civile Nazionale e Regionale, avevano, ed hanno ancora, il dovere di mettere in atto un intervento straordinario per mettere in sicurezza la maggior parte degli alloggi pubblici realizzati nel territorio regionale, e dettagliatamente: 2.945 nel Comune dell'Aquila e nei Comuni dell'attuale cratere; 1.619 nel Comune di Avezzano e nei Comuni della Marsica; 1.294 nel Comune di Sulmona e nei Comuni della Valle Peligna; 715 in Provincia di Teramo;  875 in Provincia di Chieti;  358 nella Provincia di Pescara.

Accuso il Consiglio Regionale, la Giunta Regionale ed i Consigli Comunali dei Comuni abruzzesi ad alto rischio sismico di non averlo fatto in questi anni.

Sebbene siano trascorsi tre anni e tre mesi dal terremoto il Consiglio regionale - prosegue Rapagnà - ripetutamente e quotidianamente sollecitato dal Mia Casa d'Abruzzo, ancora si rifiuta di discutere e di approvare quantomeno un atto legislativo vincolante, di indirizzo e di controllo, su quanto attiene la ricostruzione e la messa in sicurezza antisismica della Edilizia Residenziale Pubblica, dentro e fuori il cratere secondo le indicazioni dell’art.11 della legge n.77/2009.

Il Mia Casa d'Abruzzo, con le unghie e con i denti, e su pressante coinvolgimento dell'allora Prefetto dell'Aquila Franco Gabrielli, riuscì ad attenere una tempestiva e specifica Ordinanza del Presidente del Consiglio n. 3803 del 15 agosto 2009 con la quale, tra l'altro, si valutava in 150 milioni di euro il finanziamento previsto per la Edilizia Residenziale Pubblica Regionale e Comunale, mentre lo stesso CIPE metteva a disposizione del Commissario straordinario per la ricostruzione-Presidente della Giunta Regionale Gianni Chiodi e del Sindaco dell'Aquila, già Vice-Commissario Massimo Cialente le somme necessarie, immediatamente utilizzabili dai soggetti attuatori: 107 milioni di euro per gli interventi da effettuarsi sugli immobili di proprietà dell'ATER e 43 milioni di euro per gli interventi da porre in essere sugli immobili di proprietà del Comune dell'Aquila.

In tale contesto e nel merito, che cosa sta facendo il Ministro Fabrizio Barca? Sta svolgendo quel ruolo di raccordo 'istituzionale e sociale' tra gli enti locali impegnati nella ricostruzione, anche al fine di favorire il rapido impiego delle risorse e lo svolgimento delle attività previste dalla Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3803 del 15 agosto 2009? E, se lo sta eventualmente facendo - conclude Rapagnà - che cosa aspetta a 'battere un colpo'?".


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