Riparte il processo Ciclone, nuova udienza a Pescara

28 Settembre 2011   14:33  

Sarà necessaria almeno un'altra udienza per completare il delicato esame di uno dei teste principali dell'accusa nel processo Ciclone. L'ispettore di Polizia Giancarlo Pavone che ha avuto un ruolo chiave nelle lunghe indagini che hanno in più tranches, portato all'arresto di amministratori e funzionari del Comune di Montesilvano, tra cui l'ex sindaco Enzo Cantagallo, ed imprenditori per presunte tangenti.

L'intera mattinata, infatti, é stata spesa all'illustrazione di una sola delle tante vicende, ma che da già uno spaccato ben preciso del malaffare ai più noto come Sistema Montesilvano. Stiamo parlando del rapporto tra l'allora amministrazione comunale e il costruttore Duilio Ferretti chiamato a realizzare diversi progetti per lavori di urbanizzazione, in particolare su Via Adige e Via Marche. L'attenzione degli inquirenti si concentra su un periodo abbastanza lungo che intercorre tra l'approvazione dei progetti e la mancata assegnazione dei lavori. Nelle numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali emerge il forte disagio di Ferretti per questa situazione. In particolare c'é una delibera di approvazione datata 17 gennaio 2006 e che si riferisce al secondo lotto dei lavori in Via Adige che però non trova seguito. Ferretti, che in una prima fase aveva un rapporto diretto più che altro con l'allora assessore Paolo Di Blasio, comincia a spazientirsi ed in alcune intercettazioni fa chiaramente riferimento a presunte dazioni, addirittura parla di mensilità. Poi nel settembre del 2006, nove mesi dopo l'apporvazione della delibera, Ferretti affronta Cantagallo, il quale si scusa per il disagio facendo riferimento ad una serie di denunce che non gli consentirebbero di agire con una certa libertà. Al termine dell'incontro, dalle intercettazioni, Ferretti pare consegni una mazzetta a Cantagallo, da qui la decisione di effettuare una perquisizione e casa e all'ufficio dell'imprenditore. L'operazione avviene il 14 settembre, contestualmente i telefoni continuano ad essere controllati e in un'intercettazione delle 11.34 la segretaria di Ferretti si preoccupa qualora gli agenti di polizia dovessero trovare delle schede. L'operatore che sta seguendo le intercettazioni allarmato avvisa i colleghi che stanno perquisendo gli uffici e infatti vengono trovate quattro schede nelle quali si fa riferimento agli importi dei progetti di Via Adige e Via Marche, al fianco dei quali é specificata una percentuale, e ad un elenco di cifre diviso in più colonne dove é scritta una data, il numero dell'assegno, e a fianco la lettera P o la lettere C. Secondo l'accusa questa é la prova delle tangenti pagate a Paolo Di Blasio "P" ed Enzo Cantagallo "C". Da accertamenti risulta che Di Blasio ha ricevuto gli assegni, Cantagallo invece veniva pagato in contanti dopo che gli stessi Ferretti monetizzavano gli assegni. Ci sono riferimenti anche a fatturazioni che gli agenti della mobile hanno scoperto essere false.


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