23 Giugno 2010 11:00
Il Giulianova crede nel ripescaggio.
Come ogni fine stagione molte società non sembrano essere in grado di rispettare i parametri per l'iscrizione al campionato di competenza. Le finanze non sono in regola e mancano i soldi che garantiscono la sopravvivenza. Anche in prima divisione la situazione non è differente ed il Giulianova calcio potrebbe approfittare di tale circostanza.
Restano però due importanti nodi da sciogliere. Il primo riguarda la situazione finanziaria dello stesso Giulianova. Nel caso di ripescaggio, la società giuliese avrà bisogno di una fidejussione e di 400.000 euro da versare immediatamente. Il secondo, ma non meno importante, riguarda il reale vantaggio che otterrebbe la squadra da questo eventuale ritorno in prima divisione. I tifosi giallo rossi sono infatti preoccupati dal fatto che un ripescaggio potrebbe portare ad un'altra stagione fallimentare, come quella appena conclusa in una serie che richiede un grande sforzo. Del resto la delusione per una retrocessione ottenuta sul campo difficilmente può essere annullata con un ripescaggio a tavolino.
In prima divisione, le grandi illustri sull'orlo del fallimento sono squadre del calibro di Perugia, Alessandria e Cavese. Tre compagini dal grande blasone che rappresentano la crisi economica del calcio in Italia. Le spese sono sempre più alte e gli introiti sempre più bassi. Lo stesso Macalli, presidente della lega pro ha dichiarato:"ll calcio non produce reddito: il calcio produce perdite a valanga. Il problema sta nel fatto che la gente non può più permettersi di mettere nel calcio centinaia di milioni di euro e quindi abbiamo questa crisi e questa preoccupazione che molte squadre non riescano a rispettare quello che la norma prevede".
Si prospetta quindi un'estate di fuoco all'insegna di ricorsi e fallimenti. Il Giulianova potrebbe approfittare di questa situazione per ritrovarsi di nuovo in prima divisione ma, francamente ,ad un eventuale ripescaggio andrebbe poi affiancato un buon progetto che garantisca la salvezza sul campo.
Matteo De Santis
