"Rischio più tasse in futuro", l'allarme di Confindustria sulla manovra

03 Ottobre 2018   11:17  

Senza una copertura "credibile" delle voci più pesanti del contratto di governo si potrebbe profilare un doppio rischio: che ex post il rapporto deficit Pil sia più alto del 2,4% e che per sostenere le misure di welfare previste dall'accordo Lega-M5S si debbano in futuro aumentare le tasse. E' il Centro studi di Confindustria ad esprimere le preoccupazioni degli imprenditori sulla prossima manovra del governo Lega-M5S, che ha fissato l'asticella del rapporto deficit/Pil al 2,4.

"L'aumento del deficit - spiega il Csc - serve per avviare parti del contratto di governo di sostegno al welfare, misure molto difficili da cancellare se non in situazioni emergenziali".

"Ciò potrebbe portare a più tasse in futuro e ad aumentare il tasso di risparmio già oggi, limitando la crescita dei consumi", sostiene Confindustria, che prevede anche come "l'aumento del deficit sia poca cosa rispetto agli impegni politici assunti; se le coperture non saranno ben definite si rischia, ex post, un rapporto deficit Pil più alto".

Dunque, secondo Confindustria "anche accrescere l'obiettivo di deficit programmato al 2,4% difficilmente consentirà di avere margini per attuare le misure di policy delineate dal Governo. Servono coperture credibili e un'ampia manovra lorda che includa una rimodulazione delle spese e delle entrate".

A pesare infatti sulla crescita futura del Paese, ribadisce il Csc, soprattutto la sostenibilità del contratto di governo nelle sue componenti più onerose, dalla Flat Tax al reddito di cittadinanza alla controriforma delle pensioni. Per questo, ammonisce ancora, "è fondamentale che le coperture siano credibili per avere un impatto macroeconomico positivo".



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