Rivolta nel Pdl e nell'Udc: nasce in consiglio regionale l'intergruppo Presenza popolare

28 Gennaio 2013   17:37  

Mentre divampa la rivolta contro il coordinatore Filippo Piccone, aseguito della composizone delle liste per Camera e Senato, in consiglio regionale nasce l'itergruppo consiliare 'Presenza Popolare' per l'Abruzzo agli abruzzesi'' a cui aderiranno i i consiglieri regionali del Pdl Gianfranco GiulianteAngelo Di Paolo e Riccardo Chiavaroli e il capogruppo dell'Udc, Antonio Menna. A seguire il testo del documento di presentazione  

''L’esito della composizione delle liste elettorali per il Parlamento ha messo in luce la intrinseca debolezza politica dell’Abruzzo nei confronti delle scelte nazionali e persino un’ingiustificata prevalenza di oligarchie territoriali.

L’Abruzzo è regione policentrica nella quale ogni zona, ogni realtà sociale, culturale, politica, con le proprie peculiarità dovrebbe concorrere a formare un “unicum” dotato di forza collettiva.

Viceversa divisioni, egoismi, prevaricazioni hanno determinato ancora una volta scelte deboli e parziali che in sostanza proiettano un’immagine, che nella forma e nella sostanza esplicita un Abruzzo debole e destinato ad una possibile sconfitta.

Il risultato è quello voluto da una classe dirigente autoreferenziale e che conseguentemente sceglie la divisione per interessi di bottega.

In Abruzzo ci sono uomini di spessore ed una presenza popolare che ogni volta rischia di essere sottovalutata perché costretta ad agire in maniera frammentata, non organizzata, spesso contrapposta.

Va superato il divide et impera, anche a volte involontario, traendo lezione da quanto accaduto sinora.

Nel caso specifico della composizione delle liste elettorali per il Parlamento, abbiamo assistito al prevalere di logiche barono-centriche che hanno negato l’essenza stessa della partecipazione democratica alle scelte politiche.

Le responsabilità, da alcuni ammesse o accennate con ricostruzioni parziali, non esimono dal valutare le conseguenze negative che ne deriveranno e dal ricercare soluzioni immediate, per quanto tardive, almeno in relazione alle scelte effettuate.

Ciò andrà dibattuto – e realizzato – all’interno delle singole formazioni politiche, attraverso l’adozione finalmente di percorsi più trasparenti, democratici, per far prevalere l’interesse collettivo su quello particolare, anche attraverso, laddove necessario, di un ricambio dei vertici prima delle prossime scadenze elettorali.

Lo stesso percorso, in modo speculare, va immaginato e realizzato riguardo ai processi di necessarie riforme alle quali è chiamata l’Assemblea legislativa della Regione Abruzzo.

A quanto di positivo realizzato finora, va da subito affiancato un chiaro programma di fine legislatura, aperto a nuove e se possibile più larghe condivisioni, nel quale siano analiticamente individuati i temi da affrontare, i tempi, le modalità.

Basti pensare, a solo titolo di esempio, all’indifferibile riforma delle ATER (che auspichiamo essere quella con l’opzione “sede unica”) o dei trasporti mediante la fusione delle aziende regionali oggi esistenti o della necessaria soluzione del problema del ristoro dei danni subiti dai comuni della nostra regione in occasione delle scorse calamità (danni da neve).

Nel compiere questo passaggio, per quanto ci riguarda, sarà altresì indispensabile ridisegnare l’assetto delle responsabilità, le scelte che guideranno tale processo dovranno avvenire in un’ottica globale, prefigurando addirittura lo schema di alleanze o collaborazioni che andranno a comporsi in futuro.

Sia ben chiaro: nessuna ‘compensazione’, nessuna richiesta da avanzare a posteriori.

Quello che intendiamo ottenere non è il semplice travaso di economie da una parte all’altra o lo spostamento di pedine, bensì il ribaltamento della scacchiera, per riposizionare programmi, idee, secondo schemi convincenti (e assolutamente condivisi in un chiaro gioco di squadra), efficaci e vincenti per il bene dell’Abruzzo.

Né tantomeno intendiamo sostenere ulteriormente azioni d’intervento sul territorio basate su particolarismi che non hanno alcuna visione d’insieme: i problemi strutturali, industriali, sociali o le avversità che colpiscono persone e ambienti non sono più o meno gravi e urgenti a seconda delle zone in cui sorgono.

Affermare tutto ciò, e muoversi di conseguenza con il sostegno di tanti protagonisti delle realtà locali, significa cominciare a ragionare su un nuovo percorso politico e civico che parta dalla necessità di affermare il valore della “presenza popolare” nell’azione politica e legislativa; per questo, sollecitiamo sin da oggi l’organizzarsi su obiettivi definiti, che abbiano al centro del proprio agire una semplice e straordinaria constatazione : è ora di restituire l’Abruzzo agli abruzzesi.

L’Abruzzo agli abruzzesi vuol dire saper rinunciare a quanti si dimostrano inadeguati perché prigionieri di un pensiero datato che li rende “inutili” rispetto alle drammatiche necessità dell’oggi a maggior ragione rispetto al futuro.

Si deve avere la capacità di dire basta ai rimpalli di responsabilità e all’emergere di interessi sottesi in ogni azione su cui ci si confronta.

E’ in questo contesto che l’aria elettorale è stata inquinata.

Inquinata perché è forte l’odore del già conosciuto, inquinata perché nel borsino degli “interessi” ognuno ha piazzato il proprio candidato.

L’Abruzzo non ha bisogno di chi è prigioniero di se stesso, né di chi, in un gioco di specchi, rimbalza figure e figuri, facendo sì che appaia sempre la stessa politica, replicata dal passato, e ri-offerta al presente, per ipotecare il futuro.

A tutto ciò vuol contrapporsi con responsabilità l’istinto di vivere e creare. Presenza Popolare vuol essere un’ alternativa che si mette a disposizione per spazzare il superfluo ed accarezzare l’essenziale!

Umili ma determinati….vogliosi di ricostruire la propria terra e di ripristinare nel contempo una civiltà del possibile, ma soprattutto una prospettiva che dia spazio alla speranza!''

 


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