Roccamorice: culto, arte e natura nel cuore della Maiella

27 Febbraio 2012   12:32  

Arroccata su uno sperone di roccia, Roccamorice è una delle perle che si possono incontrare nel cuore del Parco nazionale della Majella.

Un paese la cui esistenza è documentata intorno al XII secolo nel Catalogus Baronum.Vestigia medievali oltre l'arroccamento spettacolare anche la torre medioevale, il suggestivo reticolo di vicoli archi e piazzette.

Testimonianza di una florida economia pastorale sono poi le costruzioni a tholos che cadenzano i pascoli circostanti.

Roccamorice deve poi la notorietà per i luoghi dello spirito come l'Eremo di San Bartolomeo in Legio e la badia di Santo Spirito.

L'eremo di San Bartolomeo è incastonato in uno sperone roccioso e fu edificato, dopo il 1250, dall'eremita Pietro Angelerio dal Morrone, futuro papa con il nome di Celestino V.

Il Santo vi si stabilì insieme ad alcune seguaci intorno al 1274 e vi rimase per almeno due anni: la tradizione infatti narra che il frate, dopo essersi recato a Lione per far riconoscere la regola all'Ordine dei Celestini da lui fondato, durante la strada del ritorno si sia fermato proprio nell'eremo di San Bartolomeo.

Poco lontano la badia di Santo Spirito dove nel 1053 vi dimorò il monaco Desiderio, divenuto poi papa con il nome di Vittore III. E che in seguito fu ricostruita sempre da Pietro Angeleri che qui stabilì la prima casa madre della sua comunità monastica. Dal 1310 al 1317 vi fu abate il beato Roberto da Salle e nel 1347, tra le sue mura, si rifugiò Cola di Rienzo, attrattovi non solo dalla celebrità raggiunta dall’ordine dei Celestini, ma dalle parole di Francesco Petrarca che nel De vita solitaria definisce questo monastero come uno dei luoghi più adatti all’ascesi spirituale.


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