Roio, La settimana nel cratere, Giunta Regionale rimpasto

Puntata numero 210

27 Gennaio 2011   14:00  

IN QUESTO NUMERO DEL MAGAZINE99:

 

- Cartoline dal cratere minore

   Roio, le sue macerie, il provvisorio che diventa definitivo

Roio Colle, Roio Piano, Roio Poggio, Santa Rufina. Torniamo in questo angolo di cratere minore ai piedi del monte Ocre. Per le vie deserte e silenziose e di questi borghi antichi, che nel contado furono crocevia della transumanza, e luoghi di leggende, devozioni e saperi artigiani.

Da quella notte del sei aprile molto è cambiato. O forse non è cambiato nulla. Il tempo si è fermato, come in un incantesimo.

Sono nati nuovi insediamenti, i quartieri del C.A.S.E. E i villaggi dei M.A.P. , dove sono andati a vivere chissà per quanti anni a venire le centinaia di sfollati della valle. Spuntano poi nuove palazzine dai colori improbabili. Dal giallo Calippo al limone al blu piano bar.

Dalle finestre si vedono i paesi distrutti. Fanno parte del paesaggio ormai, come le montagne e i boschi che sono lì da sempre.

La neve con pudore copre come un bianco sudario le macerie. Per il secondo inverno. Le macerie lasciate dal passaggio del terremoto, che qui è stato devastante.

Le macerie dei palazzi caduti nei mesi successivi, a causa delle scosse di assestamento, dei mancati puntellamenti, dell'abbandono.

E le colline di macerie risultanti dai numerosi abbattimenti.

A Roio Poggio, in particolare. La parte più antica del borgo è stata spianata dalle ruspe. Impossibile ricostruire, hanno assicurato gli esperti, in modo molto sbrigativo. Troppo costoso, e Roio non è mica il ponte sullo Stretto. Il paese, che nei secoli è sopravvissuto a tanti terremoti, stavolta lo si rifarà a valle. E avrà l'aspetto di una moderna periferie di montagna composta da tante villette sicure, spaziose e dai colori sgargiantissimi.

Roio Piano potrebbe essere invece recuperato nella sua quasi interezza, salvaguardando la preziosa trama dei vicoli, degli archi e delle graziose piazzette. Nonostante gli ingentissimi danni.

Ma nulla ancora si muove. E intanto l'acqua e il gelo si infiltrano negli antichi muri percolano nelle crepe, e nei tetti scoperchiati. Perfezionando così, senza clamore, l'opera di distruzione del terremoto.

Andiamo via da Roio con un senso di tristezza profonda. Che mai potranno capire i commissari, i ricostruttori delegati, le archistar e i piazzisti di prefabbricati, gli esperti e i professoroni venuti da fuori a pensare e a decidere la ricostruzione al posto dei terremotati, gli inviati super specialissimi in cerca più di scandali giudiziari e di scoop succosi, che dell'anima ferita di una terra.

Perché per capire questa lancinante tristezza devi aver vissuto una vita tra questi vicoli e queste pietre antiche. E avere perso la tua casa. I ricordi, i profumi delle stagioni e dei lavori della terra. Un amico, un parente, un compaesano sotto quelle pietre. In quella notte maledetta.

E' la tristezza che nasce dalla consapevolezza, dal sospetto che il provvisorio diventerà definitivo.

Che non c'è nessun interesse e vantaggio economico a ricostruire com'erano e dov'erano tanti borghi del cratere minore, di quello che fu il contado che tanti secoli fa fondò L'Aquila. Ad apparire presenze ingombranti, quasi abusive, da cancellare al più presto, non sono i nuovi insediamenti di cartongesso all'avanguardia, ma i vecchi borghi e le loro scandalose ed imbarazzanti macerie, che scompaiono dietro la curva e dal nostro specchietto retrovisore.

Testo e riprese video di Filippo Tronca

Montaggio di Marialaura Carducci

 

LA SETTIMANA NEL CRATERE

- Gli odg respinti inspiegabilmente entrambi

  L'Aquila, sull'asilo occupato il Comune decide di non decidere

Il consiglio comunale dell'Aquila si e' concluso nella serata di ieri con la votazione dei due ordini del giorno, proposti rispettivamente dal consigliere Luigi D'Eramo e dai consiglieri Antonello Bernardi e Angelo Mancini, sull'occupazione, in corso da sabato scorso, di una struttura comunale, gia' adibita ad asilo nido, da parte di alcuni cittadini.
Entrambi i documento sono stati inspiegabilmente respinti.
L'esito della prima votazione, quella relativa al documento proposto da D'Eramo, ha visto prevalere i voti sfavorevoli. Sono stati infatti 14 i consiglieri che hanno espresso voto contrario, contro 7 voti a favore.
L'ordine del giorno proposto da Bernardi e Mancini ha fatto invece registrare un esito paritario, con 10 voti favorevoli e altrettanti contrari, cui se ne e' aggiunto uno di astensione. A questo punto l'ordine del giorno non ha avuto il via libera ma, tecnicamente, la votazione avrebbe potuto essere ripetuta. Una successiva richiesta di verifica del numero legale ha portato tuttavia ad accertare la mancanza del numero minimo di presenze per la validita' della seduta, che e' stata pertanto sospesa.

Testo di Filippo Tronca

Riprese di Diego Lepiscopo

Montaggio di Marialaura Carducci

 

- E su nuova giunta ancora dubbi De Fanis-Argirò

  Chiodi: Venturoni sarà capogruppo, non decidono mica i giudici!

"Saranno sicuramente un aquilano e un chietino i nuovi assessori della Giunta regionale". Lo ha detto il presidente della regione, Gianni Chiodi.
"Gianfranco Giuliante è il nome che potrebbe essere ufficializzato tra oggi e domani. L'Aquila per la situazione post-sisma ha bisogno di un'ulteriore rappresentanza all'interno della Giunta regionale".
Mentre per la Provincia di Chieti ancora da sciogliersi il nodo fra De Fanis o Argirò.
Chiodi poi, è intervenuto in merito alla nomina di Venturoni a capogruppo del Pdl.

Servizio di Marco Signori

Montaggio di Marialaura Carducci

 

- Rischio idrogeologico: 40milioni per fiumi e costa abruzzesi

Interventi per quaranta milioni di euro argineranno, seppur parzialmente, il rischio di dissesto idrogeologico che vede il territorio abruzzese fra i più esposti al pericolo di frane e smottamenti.
Il cofinanziamento Regione-Ministero dell'Ambiente, reso possibile grazie ad un accordo di programma quadro sottoscritto il settembre scorso, renderà possibili anche interventi a difesa della costa, con la riqualificazione delle scogliere e delle barriere emerse nei comuni di Martinsicuro, Roseto e Francavilla.
Opere di sicurezza idraulica interesseranno i fiumi di tutte e quattro le Province: nel chietino sul fiume Foro, nel pescarese sul fiume che lambisce la zona industriale del capoluogo adriatico, nel teramano sul fiume Vomano e in provincia dell'Aquila sul fiume Aterno e sul suo affluente, il torrente Raio.

Nell'intervista Angelo Di Paolo, assessore regionale.

servizio Marco Signori
riprese Diego Lepiscopo
ricerca immagini e montaggio Marialaura Carducci

 

- Ecco il progetto della Asl

  L'Aquila, 70milioni e tre anni per cambiare volto all'ospedale

 

Sette, otto mesi per bandire la gara europea, e poi due anni e mezzo, al massimo tre, per vedere completamente ridisegnato l'ospedale regionale San Salvatore dell'Aquila.
L'ambizioso progetto, presentato oggi ai sindaci del comprensorio dal direttore generale della Asl Giancarlo Silveri e dai tecnici dell'azienda a Casa Onna, da realizzarsi attraverso un project financing, prevede un completo restyling del nosocomio.
Fra gli obiettivi, la riduzione dei costi energetici, l'adeguamento alle normative vigenti in ambito ospedaliero, una maggiore sicurezza ambientale e un innalzamento del livello di comfort per gli utenti e gli operatori, il miglioramento della funzionalità e dell'efficienza dei servizi, che oggi scontano le difficoltà legate ad una struttura dispersiva e con reparti mal collegati tra loro.
Proprio riguardo a quest'ultimo aspetto, è prevista, fra le altre cose, la chiusura dello spazio centrale compreso fra i due maggiori blocchi, con la creazione, tra gli edifici 2 e 9, di una galleria (foto in basso) collegata al nuovo ingresso.
E poi, è previsto, oltre al recupero di edifici esistenti, la realizzazione di nuovi spogliatoi, di nuovi parcheggi, di cui l'ospedale ha sempre sentito la mancanza, dell'eliporto per il 118 e il completo riassetto della viabilità di accesso.

Come sarà la hall del nuovo ingresso

la visione complessiva degli interventi

la nuova galleria


servizio Marco Signori
riprese e montaggio Alessandro Di Giacomantonio

 

- Toponomastica e ricostruzione

   Rinominare L'Aquila: via XX settembre o via 6 aprile?

La ricostruzione di una città, della sua identità della sua memoria collettiva, riguarda anche la toponomastica, ovvero il nome da dare alle su vie e piazze. Da mesi è entrato nel dibattito cittadino la proposta di cambiare nome a via xx settembre in via 6 aprile. Dalla data cioè che ricorda al breccia di Porta pia a quella del terremoto aquilano, che proprio su questa strada ha mietuto tante vittime e dolore. Anche perché, a proposito di memoria storica, qui a causa della particolare natura del suolo, non si poteva costruire, o andava fatto secondo le più rigorose norme antisismiche. In attesa della decisione del Comune, abbiamo raccolto il parere dei cittadini.

 

- Molinari a Colapietra: ''La Chiesa non fa i suoi interessi''

Il vescovo dell'Aquila Giuseppe Molinari in un passaggio della nostra rubrica settimanale ''La Buona Notizia'' risponde allo storico aquilano Raffaele Colapietra, che in un suo recente intervento a Casa Onna aveva accusato la Chiesa di mire speculative nell'ambito della ricostruzione post-sismica. E aveva inoltre avuto parole pessimiste sulla possibilità di ricostruire il centro storico.

Colapietra 1: ''Ognuno cerca di ottenere il massimo, a cominciare dalla Chiesa''

''Il terremoto è quello che ha fatto meno danni. Quello che rovinerà L'Aquila è la speculazione. Parlare di ricostruzione in questo momento è una presa in giro. Ognuno cerca di ottenere il massimo, a cominciare dalla Chiesa. La città, adesso, è preda di chi se la piglia perché vive un momento di debolezza. Per questo penso che non si debba infierire contro i rappresentanti locali. Non è colpa loro se non riescono a gestire la situazione: è troppo grande l'affare. L'Aquila è diventata bottino da spartire per molti''

Colapietra 2: ''Il centro è morto e i morti non si resuscitano''

''Il centro è morto e i morti non si resuscitano. La morte è la mancanza di vita e la vita è quella degli uomini. Gli aquilani hanno abbandonato il cuore della loro città e difficilmente ci torneranno. Gli aquilani hanno lasciato morire il centro restandosene a guardare. Si possono riaprire e mettere in sicurezza il corso e le piazze, ma tanto gli aquilani non ci torneranno, se non in modo sporadico e con iniziative individuali. Non c'era bisogno di andar via per tutti: sono sei o sette gli edifici che hanno fatto vittime, se si esclude la periferia. Nell'insieme la città ha retto. Forse gli aquilani dovevano essere più presenti. Così hanno decretato la fine del centro. Ora c'è la curiosità delle macerie, ma tra qualche mese chi verrà a visitarlo? L'Aquila una nuova Pompei? Sì, ma senza le attrattive di Pompei. Ora la città è abbandonata. La verità è che gli aquilani non sono stati deportati, come dicono: nessuno li ha costretti a lasciare L'Aquila. Di loro iniziativa sono andati via e forse non ci torneranno''

Servizio di Marco Signori

Montaggio di Marialaura Carducci

 

- Giunta Regionale, il rimpasto è servito

Nuova giunta, L'Aquila conquista assessore. Ora scoglio capogruppo

La prima telefonata è stata quella di Massimo Cialente.
Lo rivela con un certo spirito di collaborazione il neo assessore regiona Gianfranco Giuliante, che presto incontrerà il sindaco della sua città per stabilire un percorso di collaborazione istituzionale che vada oltre le appartenenze politiche.
Solo lunedì saranno ufficiali le deleghe, ma sembra certo che Giuliante avrà quelle lasciate libere da Daniela Stati, Ambiente e Protezione civile.
Ma sciolto un nodo il centrodestra si trova ora davanti un nuovo scoglio: quello legato alla nomina del successore di Giuliante alla guida del gruppo del Pdl. E non sono pochi i mugugni fra gli stessi consiglieri.

Ai microfoni di Abruzzo24ore.tv i nuovi assessori, Gianfranco Giuliante e Luigi De Fanis, e poi l'ex assessore Venturoni, indicato come nuovo capogruppo, e Giuseppe Tagliente.


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