Salario sociale e lotta all'evasione? Franceschini... sia serio

I botta e risposta di una politica allo sbando

06 Marzo 2009   11:47  
Nel nostro Paese gli aspetti cruciali del quotidiano generano conflitti. La nostra classe politica concorda più o meno su nulla. Dal concetto di unione sentimentale alla famiglia, dal biotestamento alle ronde cittadine, dall'istruzione al mercato del lavoro, ogni aspetto esistenziale che chiede urgentemente di essere ripensato, riformato, adattato allo Spirito del tempo per la nostra casta diventa una grana, una scocciatura, un'occasione di scontro, di polemica.

Come in una coppia datata e mal assortita che tuttavia si accanisce a rimanere insieme piuttosto che sciogliersi, i due blocchi politici che si alternano al comando dell'Italia non perdono occasione per rivangare vecchi dissapori, anacronismi, ideologie morte e sepolte, dando vita all'ormai noto e grottesco spettacolo che i salotti televisivi ogni sera ci propinano. Che poi giochino invece di contrapporsi sul serio lo sappiamo, ma non sempre abbiamo la forza di ammetterlo.

L'ultima? Il sussidio ai disoccupati. In un Paese normale la crisi economica verrebbe affrontata ammortizzando la caduta, quella del reddito, della dignità sociale, del potere d'acquisto. Verrebbero cercati fondi nelle nicchie dorate del sistema socioeconomico, combattuta l'evasione, allentata la stretta fiscale, valorizzate le fonti di energia alternativa, reinventati e potenziati i mestieri, i servizi, la formazione, la ricerca. Da noi è tutto sempre "troppo costoso".

UNA PANORAMICA

A fronte della crisi macroeconomica, che stando al parere di molti economisti sembra non abbia ancora mostrato i suo lato peggiore, gli Stati europei si stanno dando parecchio da fare: in Germania soltanto per il prossimo biennio sono stati investiti 50 miliardi di euro, 24 sono i miliardi stanziati dalla Francia, 20 quelli previsti dal governo inglese. In Italia. Il decreto "anticrisi" varato dall'attuale governo, che all'articolo 19 si occupa di "ammortizzatori sociali a valere sulle disponibilità del Fondo per l'occupazione", destina 289 milioni di euro per l'anno 2009, 304 milioni per ciascuno degli anni 2010 e 2011 e 54 milioni a decorrere dal 2012. Un investimento palesemente inadeguato se si considera il vistoso aumento(526%) del ricorso alla cassa integrazione emerso nel mese di dicembre. Per non parlare delle migliaia di persone licenziate dalle piccole imprese, dalle aziende artigiane del commercio, da tutte quelle realtà lavorative troppo dimensionate per evitare il taglio del personale.

SALARIO SOCIALE. FRANCESCHINI VS BERLUSCONI

Il nuovo volto del Pd non molla. Per Franceschini l'istituzione del sussidio di disoccupazione è la battaglia principale cui fare riferimento in questi tempi di crisi. E al no veicolato dal Premier tramite giornali e televisioni il segretario del Partito Democratico ha risposto incitandolo a sottoscrivere la propria riluttanza in Parlamento, "in faccia alle centinaia di migliaia di persone che hanno perso il posto di lavoro". E alla stima espressa dal Capo del governo, secondo la quale l'istituto costerebbe la bellezza di "un punto e mezzo di Pil italiano", Franceschini risponde ululando che una tale affermazione dev'esser stata fatta "senza pensare, perchè altrimenti se parla di 25 miliardi vuol dire che immagina che nei prossimi mesi verranno licenziati 2,5 milioni di  persone".

Ma più che una battaglia quella del sussidio ai disoccupati appare sempre più come una vera e propria crociata. Sostenuto pienamente dal leader Cgil Epifani, e solo parzialmente da quello della  Cisl Bonanni(che riconduce l'istituto nel “quadro dell'accordo sugli ammortizzatori sociali con le Regioni" condotto dal governo), l'uomo nuovo del Pd non sembra aver trovato altre illustri adesioni all'interno della classe politica italiana. Il sussidio appare così una "proposta monca" per il  vertice di Confindustria Emma Marcegaglia, che lo considera attuabile solo se "accompagnato da una riforma delle pensioni", e un "problema marginale" per il responsabile Lavoro Paolo Brutti dell'Idv che lo considera secondario a quello dei licenziamenti: "il problema centrale di questo momento di crisi- ha commentato il politico- che non colgono né il governo né Franceschini, è che dobbiamo impedire i licenziamenti. I lavoratori, anche col sussidio di disoccupazione evocato dal Pd, subiscono una caduta strutturale del reddito: così si intaccano anche i consumi primari".

LOTTA ALL'EVASIONE FISCALE? SIA SERIO...

Gran rifiuto anche da Pier Ferdinando Casini(possibile partner elettorale del Pd alle amministrative), che oltre ad accusare di sinistrismo la gestione partitica del dopo Veltroni, pare si sia schierato definitivamente con Berlusconi riguardo l'idea, lanciata dal neosegretario del Partito Democratico, di trovare nella lotta all'evasione i fondi per organizzare una più dignitosa indennità di disoccupazione: "La soluzione - spiega Casini - è anche quella di indicare le coperture perché se non abbiamo coperture credibili e serie, le ipotesi che si avanzano sono spot. Il recupero dell'evasione fiscale è una copertura figurata, ormai bisogna sentire cose ben più impegnative, bisogna avere il coraggio non solo di fare proposte, ma di proporre soluzioni concrete. Noi le abbiamo avanzate, pensiamo che oggi il tema ineludibile sia la riforma della pensioni".

Morale della favola. Lotta all’evasione fiscale per aiutare i disoccupati? Franceschini … sia serio. Lei non è Robin Hood, e qualora lo fosse, l'Italia di certo non è Sherwood: da noi tra buoni e cattivi non c'è differenza, mentre il confine tra intelligenza e scaltrezza... sempre troppo labile.   


gdc


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