Salotto urbano sotto Piazza Duomo, ma il Comune ne aveva già annunciati altri due

16 Gennaio 2013   11:12  

Dobbiamo decidere in questa città l'importante è RICOSTRUIRE, o se il "com'era dov'era" è solo uno slogan ormai rimosso a favore di un “dove si può, quello che ci appioppano'”.

Spesso abbiamo la memoria corta, e così quando nei giorni scorsi il Sindaco ha presentato il progetto del “salotto urbano commerciale” ci sarà sembrata una novità.

E invece di salotto urbano parlarono in più persone e più volte di seguito.

Allora facciamo un po' di chiarezza.

Il caso ultimo è quello della “cordata di imprenditori locali” ovvero il Consorzio Adriatico che in project financing realizzerebbero l'opera firmata dall' ingegnere Michele Niro la Torretta, romagnolo, con tante amicizie in città.

Un'opera, quella proposta, modificabile, dove al proponente, che è il Consorzio, possono accodarsi anche altre imprese interessate. L'opera sorgerebbe in Piazza Duomo, tutto sotto terra. Al primo piano un salotto commerciale, al secondo piano parcheggi a rotazione a servizio del salotto, al terzo piano interrato parcheggio per tutte le attività intorno che sarà collegato a quello che l'ingegnere La Torretta chiama “il tubone” che conduce al parcheggio di Collemaggio: da lì si arriverebbe al centro, al salotto, e il parcheggio sarebbe rivitalizzato.

Si tratta di un investimento di 36 milioni di euro e che oltre alla Galleria - salotto al primo piano, vedrà un parcheggio di 525 posti auto.

Sorprende nella conferenza di presentazione la presentazione del Prof. Antonio Moretti, geologo dell'Università dell'Aquila, lì a rassicurare: sotto piazza Duomo si può scavare fino a 21 metri perché il sottosuolo è fatto di breccie cementate scavate, che esistevano già in epoca italica. E perché Piazza Duomo? Ecco l'ingegnere entra nel gruppo di coloro che affermano “per far rinasce il centro dell'Aquila" e aggiunge "è come se si facesse un trapianto di cuore”.

Sarebbe per l'ingegnere “un centro di aggregazione, abbiamo copiato le varie gallerie, come gli Champs Elysees” addirittura. Altre due grosse opere in cantiere, annuncia la Torretta, grazie ad investitori aquilani, “amicizie” verranno fuori tra poco.

Ma continuiamo, il 26 giugno una delibera di giunta approvava un altro salotto urbano: stavolta l'impegno era per otto architetti tedeschi “una casa aperta, destinati ai residenti, agli studenti, sorgerà nella nostra città grazie all'accademia tedesca Villa Massimo e al sostegno della Carispaq”. Si trattava di un involucro pieghevole, con caffè/bar, con tribuna e palcoscenico, magazzino. Il protocollo d'intesa per la realizzazione dell'opera fu approvata.

E su quel salotto scrissero anche i tedeschi così:

Subito dopo il terremoto del 6 aprile 2009 parlai con Tobias Piller, il corrispondente per l’economia della Frankfurter Allgemeine Zeitung, in merito alle possibilità di aiutare. Pensavamo ad aiuti da parte dell’industria tedesca dei prefabbricati o ad esempio dell’Università di Monaco per la ricostruzione con le più nuove tecnologie climatiche, invece è stato ben altro a risultare proficuo. Tobias Piller, che conosce tutti gli importanti player dell’economia italiana, aveva incontrato il Dr. Marotta della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila e gli aveva raccontato dell’Accademia Tedesca Villa Massimo e dei suoi progetti architettonici. Di fatto negli ultimi anni i borsisti architetti hanno progettato sale conferenze per la FAO ed è in programma anche la costruzione di una vera e propria chiesa ad Olevano Romano. Con Jan Liesegang e Frauke Gerstenberg, il cui studio ‘Raumlabor Berlin’ ha realizzato numerosi progetti urbanistici ambiziosi in modo alquanto originale (www.raumlabor.net), ci siamo recati a L’Aquila, dove il Dr. Marotta ci ha mostrato molto apertamente lo stato in cui versa la città. Era il 5 maggio 2010.

Il desiderio manifestato dal Dr. Marotta al termine della nostra visita non era quello di aiuti alla ricostruzione, bensì concretamente di una struttura per i giovani dell’Aquila, per gli studenti che, numerosi, sono rimasti fedeli alla città. Rapidamente è nata l’idea di creare un’architettura effimera, una che forse dopo dieci anni non c’è più perché non più necessaria. E questa struttura dovrebbe servire al ritrovo, dovrebbe avere un bar, una galleria, una tribuna, essere un luogo in cui possono svolgersi in modo concentrato mostre, concerti e piccoli festival, ma appunto anche un forum di discussione con un billboard da cui si può evincere quanto sono avanzati o no i lavori a L’Aquila. Questa struttura gli architetti l’hanno denominata ‘salotto urbano’.

In occasione della nostra grande manifestazione annuale al Martin Gropius Bau di Berlino, a febbraio 2011, abbiamo presentato per la prima volta pubblicamente questo progetto dinanzi a oltre 2000 ospiti, tra cui, particolare interessante, il Ministro Federale delle Finanze, Schäuble. Quest’anno inizierà la realizzazione al margine del centro storico. Sono da superare ancora alcuni ostacoli burocratici, mentre il finanziamento è appunto assicurato da parte della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila. Gli architetti, le cui originali soluzioni sono note già ben al di fuori di Berlino, in Germania, in Inghilterra e sempre più anche in Italia (due anni fa lo stand della celebre rivista di design “Domus” all’Artissima di Torino 2010), hanno preparato un progetto per l’Aquila che attirerà l’attenzione a livello internazionale (anche la nota rivista tedesca di architettura ‘Bauwelt’ dedicherà spazio all’Aquila). Eppure all’inizio c’erano semplicemente quattro persone che si sono interessate al luogo, al suo destino. Basta soltanto volersi incontrare! (Il dott. Joachim Blüher è Direttore dell’Accademia tedesca ’Villa Massimo’ a Roma)”.

 

Ma di salotti si era già parlato:

Era il novembre 2011 e  l’assessore alle Politiche Sociali del Comune dell’Aquila, Stefania Pezzopane, il vice presidente del Consiglio regionale, Giorgio De Matteis e il Dirigente scolastico Angelo Mancini realizzarono un incontro al Liceo Classico “D.Cotugno”, per parlare di un progetto: struttura polifunzionale da destinare ai giovani aquilani, come sala studio e caffè letterario. Il progetto, proposto dai ragazzi, aveva trovato allora l'appoggio economico del Monte dei Paschi di Siena.

Questo luogo, sarebbe stato anch'esso temporaneo, e momentaneamente localizzato nell'area di fronte a San Bernardino.

E bene questi due salotti sono rimasti ad oggi lettera morta, forse quindi non c'è da preoccuparci per l'ultima idea di un salotto sotto terra, francamente anche poco attrattiva.

A meno che il project financing non faccia gola all'amministrazione che senza spendere un euro avrebbe un parcheggio di buone dimensioni, peccato che tutto intorno sia il deserto, o come si spera, presto o tardi un cantiere aperto per la ricostruzione. 

E mentre li si ricostruisce, là si scava?

di Barbara Bologna

                                                                                                                 

 


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