Sanità: ancora in salita la strada dell'Abruzzo per l'uscita dall'area delle Regioni in rosso

Stop a viaggi e consulenze ma c'è ancora da fare

27 Febbraio 2012   12:27  

Se sforzi sono stati fatti in positivo, non sono sufficienti. La regione Abruzzo resta tra quelle in rosso per quanto riguarda la sanità: il record di deficit al 2011 spetta al Lazio con 1 miliardo e 139 milioni di euro di rosso, cui segue la Campania con 696.400 euro. Al terzo posto la Puglia con 420 milioni e 825mila euro.

Al quarto posto con 62 milioni e 905 mila euro si colloca l'Abruzzo.

Passi avanti senza dubbio ne sono stati fatti ma sono insufficienti per superare la fase critica se si pensa che lo sblocco dei fondi trattenuti dal governo (il 10% del budget complessivo) è stato riconosciuto solo a Calabria e Puglia, niente soldi inveca a Lazio, Campania, Abruzzo, Molise, Piemonte, Sicilia che però ha attuato un piano molto efficace.

A parlare sono le stesse relazioni periodiche sui piani di rientro dal deficit delle Regioni. Basta scorrere le conclusioni dei vari tavoli tecnici tra Regioni ed esperti del Ministro della Salute per scoprire un quadro spesso drammatico, caratterizzato da sprechi e cattiva organizzazione. 

In Abruzzo nel 2011 si è dato vita ad una manovra di 43 milioni di euro, con interventi sul personale, accordi con medici di famiglia, definizione di tetti della spesa farmaceutica e con una serie di tagli ai compensi degli organi collegiali, alle consulenze sanitarie (tagli del 30%) e quelle per le relazioni pubbliche, per i convegni, aumento irpef e irap, e missioni all'estero sono tra le azioni da attuare.

L'ultima verifica di dicembre è comunque con pollice verso “mancano le condizioni per ulteriori erogazioni di risorse.”

Molti i buchi neri, manca l'approvazone del Piano sanitario regionale e si attendono chiarimenti sulla rete territoriale, sulle procedure sull' accreditamento definitivo e per l'acquisto di prestazione di privati.

Per il 2012 è programmata una manovra di 75 milioni di euro.

 In generale il taglio della spesa che porta al risanamento passa per azioni più o meno valide, quelle che sono risultate economicamente più efficaci sono state ovunque il blocco del turnover con conseguente stop alle assunzioni incontrollate, centralizzazione dei bandi per l'acquisto di beni e servizi, taglio dei posti letto non compensati però da altre forme di assistenza.

(fonte Corriere.it)


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