Sanitopoli: i 50 prelievi di Angelini

04 Novembre 2011   14:02  

Oltre cinquanta prelievi per cassa e per banca tra il 2005 ed il 2008, con un importo medio, per ciascuno, di centomila euro.

Depauperamento del patrimonio personale, verrebbe da pensare, ma soprattutto una possibile prova delle tangenti che l'ex titolare di Villa Pini Enzo Angelini distribuiva a piene mani a politici di qualsiasi schieramento.

Ogni singolo prelievo, segnalato dallo stesso Angelini alla Procura, accertato e riscontrato dal luogotenente dei Carabinieri Pasquale Mattetti che questa mattina, nella consueta udienza del processo Sanitopoli al tribunale di Pescara, ha ricostruito con pazienza certosina il lavoro investigativo svolto insieme ad un suo collega.

Una lunga attività avviata nel maggio del 2008 con l'acquisizione di documenti contabili presso la clinica Villa Pini: ad ogni prelievo segnalato da Angelini puntuale spuntava fuori il riscontro. Febbraio 2005 vengono ritirati in due tranche centomila e 500.000 euro, a quelle date corrisponde anche una fattura del telepass dal casello di Chieti a quello di Pratola. E poi, via via, altri prelievi, qualcuno tramite cassa delle società di Angelini, qualche altro tramite banca.

Sei nel 2006 per un totale di circa 750 mila euro. 43 nel 2007 per un totale di circa sei milioni; tre nel 2008 per complessivi 30 mila euro. Una quindicina i prelievi registrati anche nel 2004. Nel controesame l'avvocato dell'ex presidente della Regione Del Turco, Caiazza ha chiesto una precisa verifica sulla causale dei prelievi sottolineando che in un altro procedimento a carico di Angelini, quello per bancarotta al tribunale di Chieti, vengono segnalati molti più prelievi nello stesso periodo per un totale di circa 31 milioni di euro.

Milia, invece, avvocato di Del Turco e Quarta, ha contestato il fatto che Mattetti avrebbe effettuato accertamenti autonomamente e solo in un secondo momento avrebbe chiesto conferma ad Angelini, particolare, questo, che risulterebbe dagli atti dell'incidente probatorio.

Matttetti, al contrario, ha ribadito davanti al collegio giudicante che ogni accertamento é avvenuta su precisa indicazione della delega ricevuta dalla Procura.


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