Santo Stefano di Sessanio: splendido borgo rinato grazie all'albergo diffuso

27 Febbraio 2012   12:20  

E' un viaggio nel medioevo fatto in epoca moderna la passeggiata che compie il visitatore tra i vicoli di pietra calcarea bianca di S. Stefano di Sessanio, uno dei posti più incredibilmente suggestivi d'Abruzzo.

Da qualche anno il borgo è diventato un albergo diffuso grazie all'attenta operazione di riqualificazione, conservazione e marketing messa in atto da un giovane imprenditore italo svedese che si è subito innamorato di S.Stefano di Sessanio capendo che per mantenerlo vivo bisognava rispettarlo.

Rispettarne i camminamenti, i fregi, gli angoli, la storia e la tradizione. E così ha dato vita all'albergo diffuso, cioè tutta S. Stefano è sostanzialmente una luogo dove alloggiare. L'albergo diffuso ha preso come nome Sextantio, piccolo insediamento romano situato nei pressi dell'attuale abitato, probabilmente distante sei miglia da un più importante pagus (villaggio) romano, dalla corruzione di quel nome deriva probabilmente il nome di S. Stefano si Sessanio.

Le strade che attraversano il borgo, che deve essere percorso rigorosamente a piedi, sono di ricchissima varietà, dalla scalinata che costeggia la Chiesa di S. Maria in Ruvo (XIII-XIV secolo), ai tortuosi selciati che si insinuano tra le abitazioni e conducono alla Torre medicea, al lungo percorso ricavato sotto le case per proteggerle dalla neve e dai gelidi venti invernali.

Il borgo lo si può conoscere passo passo precorrendo le strade, o dall'alto della Torre medicea (erroneamente detta tale, ma in realtà trecentesca) da cui si scorgono le case coperti con coppi. Ma il nuovo visitatore dovrà aspettare qualche tempo perché ciò sia di nuovo possibile.

Il 6 aprile 2009, il paese è stato colpito dal terremoto che ha abbattuto la Torre Medicea, simbolo indisccusso del borgo, e alcune abitazioni, danneggiandone molte altre. Il costo per il restauro della torre è stato stimato intorno al milione di Euro e l'intervento che la potrà ripristinare richiederà qualche anno.

Le prime notizie certe dell'esistenza del borgo fortificato di S. Stefano di Sessanio, risalgono al 1308. Tra fine XIII e inizio XIV secolo si assiste alla formazione del vasto dominio feudale della Baronia di Carapelle, comprendente, tra gli altri, il territorio di S. Stefano che ricopre un'importante funzione strategica come primo centro della Baronia confinante con il Contado aquilano a controllo del percorso proveniente da Barisciano.

Nel 1579 Costanza, figlia unica di Innico Piccolomini, cede la Baronia di Carapelle a Francesco de' Medici Granduca di Toscana. Ai Medici queste terre apparterranno fino al 1743 e durante il loro dominio S.Stefano vive il momento più florido, durante il quale si realizzò la costruzione del perimetro difensivo fatto di case-mura e delle principali porte di accesso al paese. A tutt'oggi la porta di accesso alla piazza medicea reca lo stemma della Signoria di Firenze.

A quell'epoca risalgono i loggiati dalla linea elegante, i portali disposti ad arco con formelle fiorite, le finestre in pietra finemente lavorate e decorate da mani esperte, le bifore meravigliose e le mensole dei balconi.

Oltre agli ampliamenti architettonici, il dominio dei Medici fu caratterizzato da un notevole aumento di interesse per i prodotti della zona e della famosa lana nera (detta carfagna) che spinge molti mercanti fiorentini ad incrementare i lori affari in queste zone. E’ così che si assiste alla nascita del fenomeno della "transumanza" che, nel periodo estivo, sposta milioni di capi di bestiame dalle vicine puglie verso i pascoli abruzzesi.

Percorrendo le stradine di S. Stefano di Sessanio si ammirano abitazioni quattrocentesche, tra cui la Casa del Capitano e, per ora manca alla vista la Torre medicea sostituita da una costruzione in ferre che ne redisegna, a suo modo la sagoma. Da quella sommità si apriva allo sguardo un panorama incantevole che abbraccia le valli del Tirino e dell'Aterno e si spinge sino ai fondali della catena del Sirente e della Maiella.

La chiesa di S. Stefano Protomartire, edificata tra XIV e XV secolo, si presenta come una monoaula in cinque campate, caratterizzata da un'insolita area presbiterale su cui si aprono le cappelle e un abside semicircolare. Rilevante è anche la chiesa della Madonna del Lago, del XVII secolo, che sorge subito fuori le mura, sulle verdi rive di un laghetto.

Se al piacere della vista il visitatore vuol unire quello del palato, S. Stefano di Sessanio non delude mai. A S. Stefano di Sessanio esiste un prodotto, biologico da sempre, straordinariamente gustoso e dalle caratteristiche molto particolari: la lenticchia. Le lenticchie di S. Stefano di Sessanio appartengono ad una qualità rara e antica che viene coltivata soltanto nei terreni aridi di alta montagna tra i 1200 e i 1450 metri, sono di colore marrone scuro, di dimensioni molto piccole, con superficie rugosa e striata.

A renderle famose in Italia, e nel mondo è però il sapore impareggiabile. Possono essere conservate a lungo senza perdere sapore e cuociono in circa 20 minuti, per un piatto fumante da gustare soprattutto in inverno, quando una passeggiata nel borgo riscalda il cuore, ma non il corpo perché a S.Stefano il freddo è pungente. Allora la sosta davanti ad una piatto caldo di lenticchie è il saluto che S.Stefano lascia al visitatore, che non potrà mai dimenticare quel luogo di storia e sapore dove, certamente, vorrà presto tornare

Info: Comune ,Via Benedetta – 67020 Santo Stefano di Sessanio (Aq)   Tel 0862.89203 Fax 0862.89662 e-mail: santostefanodisessanio@interfree.it  http://www.comunesantostefanodisessanio.aq.it/


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