Scandalo Tercas, spuntano intercettazioni e telefonate: affari, tv, politica e raccomandazioni

Nomi eccellenti nelle carte in mano alla GdF

08 Gennaio 2014   12:13  

Emergono nuovi sorprendenti retroscena da documenti in mano alla Guardia di Finanza relativi alle intercettazioni telefoniche di cui è stato oggetto l'ex dg della Tercas Antonio Di Matteo, arrestato lo scorso 18 dicembre con l'accusa di bancarotta fraudolenta.

Elementi che sembrerebbero dimostrare come Di Matteo, attualmente ai domiciliari nella sua abitazione di Avezzano, volasse alto, decisamente più in alto delle questioni relative all'istituto di credito che si trovava a dirigere, e dai quali sembra venire fuori un clamoroso intreccio di  affari, politica, tv e raccomandazioni.

Protagonisti di questi ulteriori sviluppi della vicenda Tercas, oltre a Di Matteo, sembrano essere Francescantonio Di Stefano, abruzzese, manager delle tv indagato per associazione a delinquere insieme all'ex dg della banca teramana, noto per aver tentato, circa un anno fa, la scalata all'emittente La7, e Gianpiero Samorì, avvocato modenese, azionista Tercas e molto vicino a Berlusconi.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Centro, dalle intercettazioni telefoniche cui erano stati soggetti da parte delle Fiamme Gialle, emergerebbe come Di Matteo e Di Stefano, ai fini di tentare la scalata, avrebbero intessuto rapporti diretti con vari volti noti dell'emittente di recente acquisita dalla Cairo Editore, vale a dire Marco Travaglio, Enrico Mentana, Franco Bernabè e Michele Porro.

Particolare interesse avrebbe suscitato negli inquirenti una telefonata dello scorso 6 febbraio: stando agli atti riportati dal Centro, Samorì, all'epoca candidato alle elezioni politiche che si sarebbero tenute di lì a poche settimane, venuto a conoscenza del tentativo di scalata a La7 da parte di Di Stefano, si sarebbe rivolto a Di Matteo per domandargli di intercedere a nome proprio presso l'amico imprenditore per avere maggiore visibilità televisiva, offrendo in cambio di contribuire come finanziatore alla scalata all'emittente.

La risposta di Di Matteo non si sarebbe fatta troppo attendere: in una conversazione telefonica con Lorenzo Bertarini, collaboratore di Samorì, arebbe rassicurato l'interlocutore circa l'avanzamento della richiesta e della sua fattibilità, asserendo come "quella persona (Di Stefano, ndr) si è messa in contatto con il giornalista che lavora con Travaglio".

Samorì, in seguito, si sarebbe raccomandato con Di Matteo per "far  dare un colpo di telefono da Di Stefano a Bernabé o a Mentana", sollecitandolo in più a far telefonare Di Stefano a Porro per segnalarlo.


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