Scomparsa del piccolo Jason, chiesto l'ergastolo per Danny Pruscino e Katia Reginella

La donna ritenuta capace di intendere e di volere

16 Maggio 2014   11:21  

Quale che sarà il verdetto della giuria, tanti appaiono ancora i risvolti oscuri nella tristissima vicenda della scomparsa del piccolo Jason, il neonato teramano scomparso nel nulla nell'estate del 2011 in circostanze mai del tutto chiarite.

Scomparsa di cui sono ritenuti responsabili i genitori, Danny Pruscino e Katia Reginella, entrambi poco meno che trentenni all'epoca dei fatti, e rispettivamente originari di Corropoli e Nereto, in carcere dal luglio 2011 con l'accusa di omicidio volontario aggravato e di occultamento di cadavere del loro bimbo di appena 2 mesi.

Per entrambi, nel corso dell'ultima udienza del processo presso la Corte d'Assise di Macerata, il pm Giulia Piccioni ha avanzato richiesta di condanna all'ergastolo, dopo aver ascoltato decine di testimoni ed aver sottoposto gli imputati a più di una perizia psichiatrica. In particolare Katia Reginelli, che in base all'ultima perizia è stata ritenuta capace di intendere e di volere.

A segnalare la scomparsa del piccolo Jason, nel 2011, furono i servizi sociali: all'inizio i due genitori dissero di averlo affidato ad alcuni parenti nel timore che potesse essere loro tolto dal tribunale, poi di seguito venne poco per volta a galla una vicenda del tutto diversa.

In due anni e mezo, entrambi hanno infatti fornito varie versioni dei fatti, spesso in contraddizione tra loro, arrivando anche ad accusarsi a vicenda. Il corpo senza vita del neonato è stato cercato per mesi nella zona tra Folignano e Casteltrosino, nell'Ascolano, ma senza alcun risultato.


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