Se non ora quando, Paola Setti: "Quelle donne che... il Cav è sottocultura E ballavano su Canale 5"

La giornalista contro la manifestazione di ieri

12 Dicembre 2011   13:10  

Ieri, a Roma, moltissime donne italiane sono scese in piazza aderendo alla seconda manifestazione chiamata 'Se non ora quando'. Al quotidiano "Il Giornale" questa manifestazione non è piaciuta affatto. In particolare, non  ha molto gradito la presenza sul palco della cantante Marina Rei che, insieme alla collega Paola Turci, ha invitato a "dimenticare 15 anni del governo Berlusconi segnati per le donne da condizioni miserabili e sottocultura".


Oggi, infatti, Paola Setti si è chiesta "come sarebbe andata a finire, se dopo quel balletto discinto con Heather Parisi, a Marina Rei avessero offerto una ben pagata carriera sul vituperato schermo di Canale 5. Magari, chissà, avrebbe rifiutato sdegnata, e oggi lo stesso sarebbe salita su quel palco molto impegnato e sempre anti Cav, a cantare 'Women have the power' con Paola Turci, la compagna fissa di duetti che, a proposito di sopracultura, è passata dal festival di Sanremo al brano antiberlusconiano 'Devi andartene' regalato ai lettori del Fatto, passando attraverso il Cantagiro".


La giornalista accusa la Rei di aver cancellato ogni traccia del suo passato: "Alzi la mano chi lo sapeva, che negli anni Novanta danzava su Canale 5 agghindata non esattamente in stile teatro della Scala. Nessuno, perché sulla sua biografia non c’è scritto. 'Inoltre appare come corista e ballerina di fila nelle coreografie di Gino Landi e Franco Miseria per la Rai e Canale 5', è l’unico sommesso riferimento a un passato che, a quanto pare, è meglio non ostentare", scrive.


Poi continua: "Il punto è che ognuno fa quel che vuole. Marina Rei può rimuovere il balletto e glissare pure sul fatto che nel 1999 vinse, ohibò, il Telegatto, il premio nato con Tv Sorrisi e Canzoni, testata Mondadori, su Italia 1, rete Fininvest, tutta roba di Silvio il machista, sempre lui".

La Sesti ne ha anche per Emma Marrone, altra protagonista del palco di 'Se non  ora quando': "Ha il diritto di salire sul palco a urlare: 'Non sono un pupazzo' senza spiegare che sì, lei non era nessuno, 'lavoravo 10-12 ore per 300 euro al mese', ma adesso 'sono famosa' perché ha vinto la nona edizione di Amici, sì sì, proprio il talent show di Maria De Filippi su Canale 5, altro pilastro del berlusconismo non più strisciante, ma ormai incancrenito".


"Dice l’intelligentia sinistrorsa che in principio furono gli scosci volgarotti delle ballerine sulle reti dell’allora Fininvest. Lamenta che poi la volgarità s’è fatta indecenza, le terga desnude e i balconi ostentati assurti a simbolo di un machismo sempre più esasperato, la donna ridotta a oggetto e merce per assopirne la sensibilità, mortificarne l’intelligenza, svergognarne e svilirne il ruolo nella società. Viste da quei salotti, le trasmissioni inventate da Re Silvio sono state il peccato originale, che ha dato il via a 15 anni di vergogne contro le quali oggi ancora le donne sono costrette a scendere in piazza, per riprendersi non più soltanto l’utero che è mio e lo gestisco io, ma persino l’anima. Ma forse la risposta è più semplice. Forse, è solo che da qualche parte bisogna pur ricominciare, per vendere dischi. E se sei scesa dal palco Fininvest, allora tanto vale salire sul palco della sinistra.", conclude la giornalista.


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