Sequestro draga al porto di Pescara, è tutti contro tutti sui risultati delle analisi dei fanghi

14 Dicembre 2011   20:58  

E' tutti contro tutti nella vicenda, che ora ha assunto un risvolto giudiziario, del dragaggio del porto di Pescara.

All'indomani del sequestro della draga da parte dell'Antimafia dell'Aquila, sulla base delle analisi effettuate dal Noe dei Carabinieri che hanno rilevato sostanze velenose nei fanghi da rimuovere, l'Arta difende il proprio operato.

Secondo l'Agenzia regionale di Tutela ambientale che ha eseguito le analisi sul materiale da dragare le concentrazioni di contaminanti "sono bassissime" (il Ddt sotto lo 0,1 per cento) e "non si tratta di rifiuti" e anche se fossero rifiuti "non sarebbero pericolosi" mentre il gip parla di "rifiuti pericolosi". Secondo il direttore Mario Amicone "sono state messe in discussione le nostre analisi per la discordanza con le analisi effettuate dal Noe  e viene messa in discussione la nostra credibilita', anche se non siamo coinvolti nell'inchiesta, per cui vogliamo salvaguardare l'immagine dell'Arta. Mi aspettavo che la Regione e l'assessore competente prendessero le nostre difese ma non e' accaduto per cui difendo da solo la professionalita' dei tecnici dell'Arta ricordando che i nostri laboratori sono stati accreditati nei giorni scorsi come laboratori di qualita'. La procedura che abbiamo seguito e' quella del protocollo nazionale che l'Ispra segue in tutta Italia. Mi sembra strano che sia stato messo in discussione il nostro lavoro sia per le analisi della scorsa estate, sulle sabbie del porto turistico (anche allora c'era una indagine della Procura), che ora. Le nostre analisi, cioe', sembrano valide a singhiozzo".

Il direttore tecnico dell'Agenzia Luciana Di Croce ha spiegato che la normativa seguita nelle analisi e' il DM 96 e le norme sulla movimentazione dei sedimenti marini (che non prevede limiti di riferimento) e i valori soglia sono quelli del manuale previsti dall'Ispra. "Ci siamo attenuti alle procedure - ha spiegato ai giornalisti - e abbiamo avuto contatti giornalieri con l'Ispra", che ha indicato i campioni da esaminare predisponendo un piano di campionamento. Dopo il sequestro della draga i tecnici dell'Agenzia sono andati a "rivedere tutte le analisi, i report e i tracciati. Ci siamo messi in discussione - ha proseguito Di Croce - ma abbiamo scartato l'ipotesi di aver sbagliato e siamo super tranquilli. Tra l'altro abbiamo ripreso tutte le analisi storiche, comprese quelle sulla vasca di colmata, e siamo tranquilli. Crediamo nel nostro lavoro, non abbiamo interessi e quanto accaduto ci ha dato fastidio". Tra l'altro l'Agenzia dispone di "campioni di riserva" che possono essere analizzati e "sono a disposizione". "Ci fa sorridere - ha proseguito Di Croce - che si assimili il materiale della darsena a rifiuti pericolosi perche' non e' assolutamente cosi'". Un interrogativo e' sorto sui campioni analizzati dal Noe che sono 7 e sono stati messi a disposizione proprio dall'Arta nel mese di ottobre. "Non sappiamo se questi campioni rientrino o meno nell'area interessata al dragaggio" (che riguarda 77mila metri cubi da prelevare nella darsena, escluse le banchine) ma comunque sia "noi non abbiamo trovato pesticidi da nessuna parte" e "il DDT non c'era neppure nelle analisi effettuate per i dragaggi precedenti" - ha specificato un altro tecnico.

Alle affermazioni dei vertici dell'Arta ha replicato il procuratore capo della Repubblica dell'Aquila e responsabile della Direzione distrettuale antimafia (Dda), Alfredo Rossini: "Abbiamo agito affinche' quella porcheria non si diffondesse. Loro possono dire quello che vogliono, loro hanno le loro idee ma noi andiamo avanti". 

Nel dibattito, si è inserito anche il Pd. "Parto da un presupposto: se le analisi dell'Arta possono essere messe in discussione, questo dovrebbe valere anche per quelle svolte da altri soggetti, anche se per conto della Procura. La situazione drammatica in cui sono immerse le strutture portuali di Pescara, con le inevitabili conseguenze di ordine socio-economico, ma anche di tutela della salute dei cittadini, impone a tutti, nessuno escluso, di assumere atteggiamenti e comportamenti adeguati a far si' che si chiariscano e si forniscano all'opinione pubblica quelle risposte che tutti si attendono" ha detto Enzo Del Vecchio, consigliere comunale di Pescara. "Apprendere da un altissimo 'servitore dello Stato' qual e' il Procuratore Capo della Procura della Repubblica di L'Aquila - ha aggiunto - che nel Porto di Pescara vi sarebbero elementi contaminati addirittura mortali, impone l'attivazione immediata di misure, e non gia' in funzione delle operazioni di dragaggio che dovrebbero essere svolte, quanto invece da ritenersi assolutamente necessarie per garantire con immediatezza tutte le tutele possibili ai soggetti che, comunque con un Porto aperto, potrebbero venire a contatto quotidianamente con queste sostanze. La conferenza stampa di questa mattina da parte dell'Arta ha evidenziato che tutte le analisi svolte nelle strutture portuali di Pescara, e non solo nel corso di quest'anno, non hanno mai evidenziato quegli elementi contaminati che vengono contestati con il provvedimento di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di L'Aquila.

Discrepanze cosi' abnormi - ha detto sempre Del Vecchio - portano inevitabilmente a ritenere che qualcuno ha sbagliato. Per una sorta di timore reverenziale che si ha nei confronti dell'organo giudiziario, viene quasi automatico puntare il dito dall'altra parte, spesso senza aspettarsi dallo stesso e nel piu' breve tempo possibile, in casi di vera emergenza, conferme sull'attendibilita' delle azioni poste in essere dall'autorita' giudiziaria. Cio' che sta accadendo al Porto di Pescara merita chiarezza da parte di tutti, sia per la gravita' rappresentata da un nuovo blocco delle operazioni di dragaggio, sia per il rischio connesso alle condizioni attuali del porto che potrebbero diventare serissime in caso di esondazione.

"Che si chieda alla Magistratura aquilana - ha detto sempre Del Vecchio - come sia possibile che il risultato delle analisi, dalla stessa commissionate, di appena sette campioni dei sedimenti dei materiali da dragare possano capovolgere l'esito di altrettante analisi svolte su ben 60 campioni di sedimi raccolti dall'ARTA e cha ha visto impegnato le strutture provinciali di Pescara, Chieti, L'aquila ed addirittura quella di Macerata mi sembra sia nelle cose di questi giorni. Dai dati forniti questa mattina dall'Arta - sottolinea sempre il consigliere comunale del Pd - viene ancora una volta confutata l'ipotesi avanzata nel provvedimento di sequestro della Procura aquilana di una presenza di DDT - pesticidi - i cui valori riscontrati risultano essere 1 milione di volte al di sotto della soglia di rischio, diversamente da quanto evidenzierebbero i risultati prodotti dai tecnici incaricati dalla stessa Procura. Ed ancora, come non puo' destare preoccupazione l'evidenza che i punti di campionamento utilizzati dai tecnici della Procura risulterebbero, secondo le piantine mostrate dall'ARTA, al 90% tutti al di fuori dell'area oggetto di dragaggio. Il ricordo vivo della vicenda legata al ripascimento del litorale di Pescara sud, anche in questo caso la Magistratura blocco' il cantiere per presunto inquinamento delle sabbie, che ha visto il trascorrere di oramai lunghissimi sei mesi senza che di quelle analisi commissionate dalla Procura pescarese se ne possa conoscere l'esito e con esso di che morte perire quell'atteso intervento. Con assoluta serenita' e rispetto di tutti i soggetti in campo si chiede celerita' e chiarezza per le sorti di Pescara".


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