Sfruttamento e minacce in azienda in Val di Sangro, due persone in manette e tre indagate

Immigrati in condizioni disumane e non pagati

20 Marzo 2015   11:34  

Un'aberrante e crudele condizione di sfruttamento, quella che erano costretti a dover vivere alcuni lavoratori di nazionalità straniera "impiegati" presso un'azienda nella zona della Val di Sangro.

Un'inchiesta della Procura di Lanciano ha portato all'arresto di due persone, un 57enne residente a Pescara ed un 58enne romeno, raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere con l'accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, mentre sono indagati a piede libero altri tre, un 50enne molisano, un 50enne residente a Pescara ed un 44enne residente a Casoli. L'azienda, contestualmente, è stata posta sotto sequestro.

Le indagini hanno avuto avvio in seguito alla segnalazione di uno dei lavoratori dell'azienda, un romeno, che si era rivolto ad un'emittente televisiva del suo paese la quale, a sua volta, aveva contattato un'associazione di romeni che ha provveduto a contattare le autorità frentane.

Da quanto risulta il personale di polizia ha scoperto, anche per mezzo di intercettazioni telefoniche, un contesto di sfruttamento e maltrattamenti, tra botte, minacce anche con le armi, sistemazione in alloggi di fortuna e mancata retribuzione.

Il numero di ore lavorative, stando agli accertamenti eseguiti dagli inquirenti,  era abbondantemente superato, né erano rispettate le normative in materia di igiene e sicurezza. Risultano essere stati identificati 11 lavoratori, quasi tutti romeni, ma non si esclude che anche altri stranieri possano aver lavorato nell'azienda.


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