"Siamo donne aquilane. Siamo donne indignate"

25 Ottobre 2011   14:02  

Riceviamo e pubblichiamo.

Siamo donne aquilane. Siamo donne indignate. Siamo donne preoccupate dallo stato di degrado e di fallimento del Paese, governato sostanzialmente da uomini, con una partecipazione delle donne episodica, esigua e di facciata. Riteniamo che l’amministrazione maschile sia stata un disastro.

I nostri governanti ci hanno propinato di tutto: guerre, elezioni corrotte, democrazia mediatica e negata nella pratica.
Abbiamo tollerato uomini che parlavano bene e che parlavano male, grassi, magri, giovani e anziani, uomini di bassa estrazione sociale e uomini delle classi alte, tecnocrati, dottori, avvocati, imprenditori, bancari, intellettuali, uomini che dicono che “ce l’hanno duro” e uomini che governano a tempo perso.

Nessuno di loro è stato in grado di far funzionare le cose e oggi siamo ancora qui a pagare i danni causati da governi inetti, incapaci di gestire una economia per il Paese, come dimostra l’ennesima manovra finanziaria che, sottraendo risorse al sociale, punisce soprattutto noi donne.

E' giunto il momento di dire basta e di fare sentire chiara e forte la nostra voce.
Siamo la maggioranza in questo Paese e nessuno può più permettersi di ignorare il nostro pensiero e rinunciare al nostro contributo.

Noi donne lavorando fuori e dentro casa, occupandoci di figli, anziani, malati, siamo di fatto l’unico welfare del Paese; sappiamo negoziare, praticare la tolleranza e la cura delle persone e delle cose.

Della vita di tutti i giorni ne sappiamo più noi dei politici che non sono mai stati in un mercato, sappiamo cosa non funziona nelle città, conosciamo i sogni, i bisogni e i desideri di una comunità: lavorare, abitare, disporre di servizi sociali adeguati, avere una scuola migliore, riscoprire la solidarietà e il senso di responsabilità.
E’ la nostra “governance”, fatta di intelligenza, concretezza, intuito, creatività, affetti e “cura”. E’ la nostra capacità di costruire felicità. E cosa è la politica, quella sana, se non prendersi cura di donne e uomini, avere “a cuore” i loro destini, la loro vita, sostenendone bisogni, valori e sogni?

Noi donne, oggi più che mai, vogliamo riprenderci il nostro futuro, un futuro dove non ci sia spazio per la violenza maschile, nelle sue forme esplicite e mascherate, dove non ci sia più subalternità, dove il diritto alla felicità sia uno degli obiettivi della politica..
Noi donne aquilane, che abbiamo saputo e sappiamo abitare la “provvisorietà”, quella dei luoghi, delle case, delle nuove relazioni di una città ferita; che conosciamo la fatica di una quotidianità diversa dal passato, spesso massacrante, che pretendiamo verità e giustizia per i morti e per i vivi, vogliamo cambiare le regole, rivendicando la rappresentanza di genere nelle istituzioni.

A partire dalla Amministrazione Comunale, poiché l’equilibrata rappresentanza dei sessi negli organi amministrativi garantisce l’acquisizione di quel patrimonio umano, culturale, sociale, di sensibilità e di professionalità che solo la diversità di genere può assicurare, come recenti sentenze di diversi tribunali amministrativi hanno sancito.

L’attuale Statuto del Comune dell’Aquila all’art. 30, comma 2 recita “Nel determinare la composizione della Giunta, il Sindaco effettua le proprie scelte nel rispetto dei principi che assicurano diritto di pari opportunità alle donne”.

Vogliamo che la nuova Giunta  sia composta, per metà, da donne, e che lo stesso principio venga tenuto in debito conto nella definizione dei CdA. delle Aziende Municipalizzate. Del resto lo stesso Statuto comunale individua “nel principio delle pari opportunità, un elemento di arricchimento della  possibilità di crescita civile della società” (Art. 3 Statuto Comunale).

Per questo invitiamo tutte le donne a firmare questo appello col quale chiediamo la modifica dello Statuto del Comune dell’Aquila, affinché sia sancita, senza possibilità alcuna di equivoco, la rappresentanza paritaria delle donne.

Questo stesso principio di equilibrata rappresentanza dovrà essere alla base della formazione delle liste elettorali per determinare un maggiore equilibrio nella composizione del Consiglio Comunale.

Vogliamo lavare questo paese, spazzarlo, spazzolarlo, sbatterlo e poi riappenderlo al suo posto, profumato di giustizia e di speranza. Continuando nelle nostre occupazioni di ogni giorno: cucinare per tutti, proteggere le generazioni di prima e incoraggiare quelle di dopo, custodire il buono, nutrirsi del bello, lavare il dolore, ricucire gli strappi, ricamare la speranza, allevare, coltivare, ricordare, opporsi, pensare, volere, resistere.

Quanto a voi, uomini che siete in grado di assumervi la responsabilità di una critica costruttiva e che sapete riconoscere nella "differenza" non necessariamente una superiorità o un'inferiorità, riflettete e ricordate chi si è occupato di voi e vi ha cresciuti e domandatevi se non sarebbe stato meglio avere una madre invece di tanti   “padri della Patria” che nel corso di tutti questi anni non hanno mai mantenuto le loro promesse.

Prime/Primi firmatarie-firmatari

Simona Giannangeli, Antonietta Centofanti, Maria Linda Odorisio, Miriam Del Biondo, Matilde D’Ascanio, Carla Ferraro, Serenella Ottaviano, Maria Pia Di Giorgio, Nicoletta Bardi, Antonella Rossini, Annalucia Bonanni, Maria Franca Di Rocco, Elisabetta Leone, Giulia Fascetti, Camilla Inverardi, Lina Faccia, Antonella Trinchini, Anna Maria Cesarini, Francesca Tarantino, Roberto Capezzali, Loretta Del Papa, Mauro Zaffiri


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