Sinite parvulos venire ad me

di Nicola Facciolini

14 Aprile 2010   10:47  

“La cosa più dura è scoprire quello che già si sa”(Elias Canetti). Illuminata dalla luce del Vangelo, la Chiesa Cattolica Apostolica Romana è passata finalmente alla controffensiva giuridica e mediatica da tutti auspicata. Il Papa d’ora in poi procederà direttamente a “spretare” coloro che si macchieranno di violenze psicologiche, morali e fisiche a danno dei minori e dei più deboli, con annessa e connessa denuncia ai tribunali civili.

“Sinite parvulos venire ad me” (Matteo, cap. XIX, v. 14) dice Gesù:“Lasciate che i fanciulli vengano a me”. Nel Vangelo di Matteo sono riportate queste parole amorose del Cristo per i fanciulli, quando i discepoli volevano allontanarli da Lui e li sgridavano temendo che lo disturbassero. Gesù, come si legge anche in altri passi dei Vangeli, vedeva nei fanciulli la purezza, l’innocenza di tutti gli umili, i mansueti, i semplici ai quali è riservato il Regno dei Cieli. Coloro che erediteranno la Terra.

E tutti ricordano la naturale scena di paterno affetto del Servo di Dio Giovanni Paolo II che con il suo mantello rosso copriva scherzosamente un pargoletto, prima di stringerlo al petto: un esempio per tutti i sacerdoti. La Chiesa oggi agisce. Quello che non fanno gli Stati e le altre confessioni religiose, lo fa il Vaticano. Occorre recuperare la dignità (Lettera agli ebrei) e l’onorabilità del Sacerdozio ministeriale e divino tra gli uomini. Chi rappresenta Cristo sull’altare deve servire e dare la vita. Non rapirla.

Nei casi di abusi sessuali su minori da parte dei sacerdoti “si deve sempre seguire la legge civile per quanto riguarda la denuncia dei crimini alle appropriate autorità” – afferma il documento ufficiale pubblicato anche sul sito Internet del Vaticano. Un chiaro e inequivocabile indirizzo a tutti i Vescovi ed a tutte le Diocesi della Terra sulle procedure canoniche della Congregazione per la dottrina della fede, per contrastare gli abusi sessuali messi in atto anche dai preti con grave scandalo e danno per la Chiesa.

Proprio per questo “nei casi più gravi il Papa potrà direttamente ridurre il colpevole allo stato laicale, senza passare per un processo canonico”. Le linee giuda della Santa Sede, sono solo l’inizio della rivoluzione introdotta da Benedetto XVI alla vigilia del quinto anniversario della Sua elezione al soglio pontificio. E’ la prima volta, infatti, che viene scritto nero su bianco il ricorso obbligatorio e immediato alle Autorità civili. La guida – come spiega la Sala Stampa vaticana – è il modo in cui verrà attuato d’ora in poi il motu proprio del 2001 sui delicta graviora”.

Riassume le procedure operative già definite con un regolamento interno al Dicastero risalente al 2003. “In casi veramente gravi, quando un tribunale civile ha condannato un prete colpevole di abusi sessuali su minori o quando ci sono prove evidenti, la Congregazione per la Dottrina della Fede – si legge sul documento – può scegliere di portare il caso direttamente al Santo Padre con la richiesta che il Papa emetta un decreto ex officio per la riduzione allo stato laicale. Non vi può essere ricorso canonico contro tale decreto papale”. La Conferenza episcopale italiana (Cei), l’organo di governo dei Vescovi, auspica un sacro bagno purificatore per tutta la Chiesa, laici impegnati compresi.
“C'è bisogno di purificazione. In quest’ora di prova, la Chiesa in Italia – afferma una nota della Cei – non viene meno al dovere della purificazione, pregando in particolare per le vittime di abusi sessuali e per quanti, in ogni parte del mondo, si sono macchiati di tali odiosi crimini”. I Vescovi italiani implorano “dal Signore energie nuove, perché ne rafforzi la passione educativa, sorretta dalla dedizione e dal generoso impegno di tanti sacerdoti che, insieme ai religiosi, alle religiose e ai laici, ogni giorno si spendono soprattutto nelle situazioni più difficili”.
Alla vigilia del quinto anniversario dell’elezione di Benedetto XVI al pontificato, “la Presidenza della Cei invita tutte le comunità ecclesiali a stringersi in quel giorno nella preghiera intorno a lui, centro di unità e segno visibile di comunione. In tale occasione – afferma la nota dei Vescovi – si individueranno a livello locale le forme più adatte (quali, per esempio, l’Eucaristia, la liturgia della Parola, veglie di preghiera, l’adorazione eucaristica e la recita del Rosario) per rendere grazie a Dio per il magistero illuminato e la cristallina testimonianza del Papa”. Non è da escludere il rito dell’esorcismo, nei casi più gravi.
Sul tema della pedofilia nel clero, il segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, crede che “il Papa prenderà altre iniziative ancora che non mancheranno di sorprenderci. Non posso anticipare ma si sta pensando ad altre iniziative su questo tema specifico” – sottolinea il porporato rilevando che “anche altre istituzioni dovrebbero prendere iniziative concrete, di cuore” per difendere la dignità dei bambini e delle madri giovani. Il Papa – ricorda il cardinale Bertone – ha chiesto perdono per i casi di pedofilia nei quali sono rimasti coinvolti religiosi”. Ricordiamo la “lettera in Irlanda” e diversi discorsi sia negli Stati Uniti sia in Australia che dovrebbero chiaramente essere estesi a tutti gli altri casi di abusi commessi in Italia qualora dovessero essere accertati. Purtroppo il diavolo è da sempre in servizio permanente effettivo contro l’umanità. Tenuto al guinzaglio da Dio, è sempre pericoloso.
La tentazione del male fa parte della condizione umana. Politici, filosofi, militari, preti, imam, uomini e donne di fede, sono tutti soggetti all’errore umano, a qualunque credo essi appartengano. L’ordinamento civile ed ecclesiastico, prima di colpire le devianze che destano maggiore allarme sociale con le giuste sanzioni, dovrebbe puntare sulla prevenzione. Magari servendosi di una “batteria” di psicologi all’uopo, diffusa un po’ ovunque, capillarmente nel territorio e nelle canoniche. Se il diritto deve uniformarsi all’etica ed alla morale che per motivi di logica univocità non può che fondarsi su valori assoluti ed essere sufficientemente stabile per la pacifica convivenza, allora bisogna imparare la lezione di queste tragiche ore.
A cominciare dalla difesa della vita fin dal concepimento, della Terra che ci è stata affidata in custodia, dei valori supremi della Persona, dei patti e, quindi, del Crocifisso che oggi l’Europa vuole “bruciare” in quanto alcuni hanno deciso che è di scandalo! Inutile poi lagnarsi delle conseguenze. Il relativismo morale mal si concilia con la legalità. Ciascuno non può comportarsi come gli pare ma secondo la legge e la morale. Le Autorità civili si stringano attorno alla Chiesa e facciano quadrato a difesa dei minori e della vita. Chi di dovere negli Stati, si assuma le proprie responsabilità come sta facendo giustamente la Chiesa.
Se al suono delle sirene gli israeliani hanno sospeso il 12 aprile 2010 ogni attività per due minuti di raccoglimento in ricordo di tutti coloro che a milioni furono assassinati nei campi di concentramento tedeschi in Europa, il mondo intero faccia lo stesso per ricordare i milioni di feti abortiti ogni anno, di nascituri mai nati per mano dell’uomo e le violenze perpetrate ai minori anche nel traffico di esseri umani per l’espianto violento di organi. La più bieca propaganda anticristiana a cui stiamo assistendo, con annesso “martirio” di numerosi fedeli in tutto il mondo, ci ricorda che il Vangelo è sempre vivo e attuale.
“Se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”(Luca cap. 23, v.31), domanda Gesù alle pie donne di Gerusalemme durante la Via Crucis verso il Calvario. Occorre fare chiarezza sulla confusione mediatica che deriva da informazioni parziali a volte distorte e sulle eventuali responsabilità di chi li diffonde. Gli attacchi al Santo Padre devono cessare immediatamente. L’Uomo della Sacra Sindone, oggi visibile a Torino, ci aiuta a sondare il Mistero di Gesù che soffre e muore per noi prima di risorgere. Il mistero del dolore di Cristo è il mistero del dolore dell’umanità che nessuna politica potrà spiegare e risolvere. Esiste una sottile linea rossa che attraversa la storia di ogni uomo e donna. Il Creato non sussiste come una realtà a compartimenti stagni, così come la vita di ogni singolo uomo non è leggibile se non nell’intero arazzo della Creazione. Siamo tutti interconnessi. La Chiesa chiama questa verità:“Comunione dei santi”.
Il laicismo, l’agnosticismo e l’ateismo, oggi non hanno più “filosofi” a cui votarsi. Temono l’autorità morale suprema della Chiesa nei secoli. Di dichiarazioni gravi, insulse e offensive all’intelligenza umana, siamo stanchi. Gli scivoloni mediatici concettuali e di pessimo gusto che cadono neanche a farlo apposta alla vigilia delle celebrazioni del quinto anno di Pontificato di Benedetto XVI (19 aprile 2010), si commentano da soli. I quotidiani americani che stanno perdendo lettori, ne inventano di tutti i colori.
Se lo scopo è quello di distrarre l’opinione pubblica dalle responsabilità di molti governanti sulla Terra che fomentano tra i fanciulli (promettendo ai reduci soldi a palate, titoli accademici e successo negli affari) la cultura della guerra e l’economia degli armamenti, piuttosto che lo sviluppo di una nuova economia del lavoro fondata sulla Persona, allora hanno fallito miseramente. La Chiesa ne uscirà più forte di prima. Alcuni e isolati casi di presunta pedofilia, anche a livello locale, magari cavalcando gli stereotipi più retrivi dell’anticristianesimo primitivo, nulla potranno contro l’Autorità morale suprema del successore di Pietro. Che Cristo, fondando la Sua Chiesa 1980 anni fa, ha stabilito sulla Terra a “sigillo” della Sua autorità. Auspichiamo oggi più che mai la riscoperta dello spirito Apostolico che ha accompagnato, con forte emozione, la vita della Chiesa nei secoli, grazie all’azione di grandi Santi come San Francesco e San Domenico. Lo spirito dell’Anno Sacerdotale proclamato dal Santo Padre, unito alla solidarietà espressa dagli Ebrei italiani a Benedetto XVI ed alla Chiesa cattolica nello spirito del dialogo e del confronto fra “fratelli” in Dio, possa servire a ricucire questi strappi per guardare al futuro con ottimismo.
La presa di posizione inequivocabile della Chiesa sugli abusi ai minori, sia di esempio per gli Stati che ora sono chiamati a fare la loro parte in difesa dei giovani, della famiglia e della vita, laicamente s’intende. Se la Chiesa non ha più preti sufficienti, la responsabilità ricade sulle comunità. E’ troppo facile accusare la Chiesa, scagliando la prima pietra! E non è questione di matrimonio, donne e mogli per i sacerdoti. La Chiesa cattolica non crollerà sotto il peso di pochi scandali che invece ammorbano gli Stati, le comunità e le altre confessioni religiose. Una sana lettura delle opere della grande scrittrice Oriana Fallaci, è più che mai salutare di questi tempi. Le cose nei secoli cambiano, ma la Chiesa resta sempre quella che è, con la sua alta missione evangelica e umanitaria tra i derelitti e gli ultimi, guidata e protetta direttamente da Cristo.
Il celibato dei preti? Un valore aggiunto. Anche per i laici che dovrebbero istituirne una “festa civile”, magari con una speciale consacrazione laicale pubblica. Altro che addio al celibato! Se certe notizie turbano pericolosamente i fedeli, di cui anch’io faccio parte, è del tutto normale. Ma ciò che più spaventa è oggi il “silenzio di Dio” su molte vicende umane che rischiano di annientare la vita sulla Terra. Altro che disarmo termonucleare!

Nicola Facciolini


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