Social card, che umiliazione: la carta acquisti è vuota

Tg8

14 Gennaio 2009   14:19  

La procedura è corretta. La richiesta inoltrata. I requisiti rispettati. Ma all' istante fatidico del pagamento tramite Pos il bancomat sociale istituito dal Governo contro la crisi rivela tutta la propria inadeguatezza, o per meglio dire la propria vacuità: la giovane cassiera non sa come dirlo, le trema la voce, volge lo sguardo altrove, e mentre si vergogna per una colpa non sua pronuncia l'amara sentenza "disponibilità insufficiente, ritenti sarà più fortunato".

Esploso anche a Pescara, il grande bluff della social card vuota ha già mietuto le sue vittime: pensionati, invalidi e persone in stato di grave indigenza dopo l' estenuante trafila burocratica per ottenere la "bellezza" di 40 euro mensili, hanno dovuto fare i conti con la tessera scarica, la pietà dei presenti, l' imbarazzo di commesse e cassieri, la classica "figuraccia" che la psiche plastica del giovane riesce a metabolizzare, e che l' anziano reputa come offesa al proprio onore.

Alla fine dello scorso anno su 1 milione e 300 mila aventi diritto sono state 520 mila le richieste inoltrate, delle quali soltanto 330 mila si sono concluse con l'attivazione della carta acquisti, mentre 140 mila sono state respinte. I 120 euro promessi dal Governo ai pensionati e alle famiglie sulla soglia della povertà, contenenti le 80 euro di arretrati relativi a ottobre e novembre in aggiunta alle 40 previste per dicembre, sembra non siano stati accreditati, con grande mestizia di chi su quei soldi faceva affidamento, e di quanti, operando nei centri di assistenza fiscale dei sindacati non sanno cosa rispondere ai pensionati, alle madri, ai padri di famiglia burlati da una carta sociale che avrebbe dovuto allietare il Natale, e che invece si è rivelata essere l'ennesimo pasticciaccio della burocrazia italiana.

"Ogni giorno riceviamo quattro o cinque persone che vengono a chiederci perché i soldi non ci sono - afferma Silvana Latini, impiegata al Caaf pescarese della Cgil - In tutti i casi si tratta di persone per i quali la procedura è stata seguita in maniera corretta: noi facciamo sempre uno screening completo: se la persona ha depositi bancari o postali, se ha una pensione di invalidità o l’accompagnamento, verifichiamo che tutti i requisiti richiesti esistano. Ma nonostante questo, molti tornano perché il bancomat non è stato caricato. Oggi sono venute quattro persone: tre vedove e un signore con moglie e figli che vivono con una sola pensione".
A dicembre sono stati circa un migliaio i pescaresi che hanno richiesto il bancomat sociale presso il Caaf della Cgil di via Benedetto Croce, 320 le persone aventi i requisiti previsti dal Governo per usufruire della carta, un dato che rispecchia alla perfezione la percentuale nazionale degli aventi diritto, pari al 30-35% del totale di richiedenti. La social card arriva spesso nei tempi, con qualche giorno di ritardo il pin segreto, la difficoltà tuttavia si fa sentire al momento dell'utilizzo: secondo i dati provinciali del sindacato sarebbe stato almeno il 20% degli idonei a trovare la tessera completamente sprovvista di soldi.

Per le forze sindacali almeno una parte della problematica risiede nella scarsità di informazioni diffuse sulla carta acquisti. Come ha spiegato recentemente Concezio Apollonio, responsabile del Caaf pescarese della Cisl, "La social card è stata lanciata con grande enfasi senza fornire informazioni esatte sui requisiti. Molta gente che rientra nei parametri richiesti per il reddito Isee, magari va fuori perché ha ricevuto la quattordicesima a luglio o il bonus incapienti a dicembre.. Per quello che ci riguarda- continua Apollonio- noi trasmettiamo all’Inps la documentazione entro uno o due giorni dal momento in cui lo riceviamo. Il problema è che, alla fine, nessuno si prende la briga di informare il pensionato se avrà o meno i soldi".

 

LA SOCIAL CARD ALL'ESTERO

Qualche mese fa il Sole24ore ha pubblicato un articolo che descrive l'utilizzo della Social card all'Estero. Quella italiana è stata pensata sulla base delle esperienze britannica e olandese, dove i sussidi erogati riguardano anche la fruizione di attività culturali e sportive per gli adolescenti di famiglie a basso reddito, e le spese impreviste che quanti versano in stato di disoccupazione non sono in grado di sostenere autonomamente. In Polonia la card viene utilizzata anche per distribuire pensioni e sussidi sociali direttamente negli uffici municipali, viene ricaricata mensilmente, e può essere utilizzata per acquistare ogni genere di prodotto all'interno del circuito Maestro.

Negli Stai Uniti il primo Foods Stamps Program è stato attivato dal 39 al 43 per poi essere nuovamente istituito nel 61. Dall'ottobre dell'anno scorso il programma, rinominato Snap (Supplemental Nutrition Assistance Program), consente alle persone prive di reddito o con entrate di basso livello di acquistare, tramite carta elettronica, "alimenti con valore nutritivo". Nei requisiti richiesti dalle amministrazioni pubbliche sono comprese le risorse a disposizione e gli eventuali redditi, mentre l'abitazione viene esclusa. Il contenuto della card viene definito in relazione al numero dei componenti del nucleo familiare che ne fa richiesta.

Nel 2005, in seguito al grande trauma collettivo generato dall'uragano Katrina, la Croce Rossa americana ha utilizzato la Disater Relief Assistance, una card introdotta dall’associazione umanitaria nel 2003, e che si è rivelata ben presto indispensabile per la distribuzione dei soccorsi e dei beni di prima necessità alle famiglie reduci dal disastro: prima della calamità naturale le carte gestite dalla Croce Rossa ammontavano a circa 70 mila, nel dopo Katrina sono arrivate al milione, dimostrandosi strumenti di grande efficacia ed effettivamente in grado di ridimensionare il dramma materiale ed economico subito dalle vittime di tali fenomeni.

In Georgia la social card è rivolta all'infanzia. Nel 2005 il Governo locale ha distribuito ben 596 milioni di dollari, istituendo una carta elettronica che consente alle famiglie prive di conto corrente bancario di incassare gratuitamente gli assegni, e di evitare le lunghe attese dovute ai ritardi o allo smarrimento degli stessi.

 



Giovanna Di Carlo

 

 


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