Sottoservizi, Albano - Palumbo (Pd): "La sfida è coordinarne la realizzazione con altri incentivi"

10 Febbraio 2016   10:38  

Prendiamo la proposta lanciata da Carlo Benedetti di “rimandare i lavori dei sottoservizi a quando sarà possibile” come una provocazione, sapendo bene che è viva e presente in tutta la città la consapevolezza che dalla qualità e dalla rapidità della ripresa del centro storico dipenda una buona parte della rinascita di questa città.

Una sfida che ci pone però dinanzi una questione di fondo: intendiamo ripartire da dove ci eravamo lasciati quasi 7 anni fa ispirandoci al principio del “com’era, dov’era” o proviamo ad immaginare qualcosa di diverso da una riproduzione il più fedele possibile di quel che era il centro storico nel 2009? Pensiamo che il destino del centro storico sia imprescindibilmente legato al rientro degli uffici comunali e al commercio al dettaglio o iniziamo a ragionare seriamente sulle enorme potenziale offerto dalle infrastrutture digitali previste nel tunnel intelligente e da tutti i servizi ad alto valore aggiunto che ne derivano? Il vero nodo da sciogliere è proprio questo.

Rinunciare oggi ai sottoservizi (qualora anche fosse possibile fermare lavori già appaltati) comporterebbe automaticamente rinunciare alla seconda ipotesi privilegiando una visione conservativa e dal destino probabimente già scritto; basterebbe prendere atto del fenomeno di desertificazione che negli ultimi 7 anni ha colpito i centri storici delle città medie italiane con un calo per i negozi tradizionali del 20% (dati Confcommercio e Unioncamere).

Raccogliamo piuttosto gli input che arrivano dalla UE attraverso la strategia “Europa 2020” che indica la strada per una crescita inclusiva, intelligente e sostenibile; affrontiamo la sfida lanciata con “l’Agenda Digitale” sfruttando al meglio il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire l’innovazione, la crescita economica e la competitività. Per essere più chiari, non possiamo fare a meno dei sottoservizi non tanto per la rete idrica completamente danneggiata (con una dispersione idrica altissima e già questo dovrebbe bastare) ma per la possibilità irripetibile di portare la fibra ottica fin dentro gli appartamenti recuperati (FTTH - banda ultralarga) e di rendere il centro storico dell’Aquila un vero e proprio centro direzionale, con la consapevolezza che l’impatto diretto dello sviluppo delle infrastrutture broadband non si limita  alla sola economia digitale, ma produce un effetto moltiplicatore anche sull’economia locale e quindi sul mercato del lavoro.

Allora, piuttosto che perderci in estenuanti ed improduttive discussioni, lavoriamo per rendere compatibili e coordinate le misure in cantiere, come la realizzazione dei sotto servizi, con quelle da progettare, come la distribuzione e la natura degli incentivi da mettere a punto per la ripresa delle attività economiche nel centro storico dell'Aquila. Tutto sta nel rendere questa fase transitoria più breve possibile, iniziando già da ora a tratteggiare il centro storico che sarà e a metterne a punto le direttrici e i tempi di sviluppo. Solo così, con un quadro e una tempistica definiti, chi investe e in generale chi sceglie potrà farlo sula base di presupposti chiari. È una sfida che il Pd raccoglie, e su cui è già al lavoro.

 

 


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