In attesa che arrivino i nuovi supereroi a salvare la tradizione e il gusto della buona cucina italiana, i ristoratori italiani allestero hanno deciso di tutelarsi dalla concorrenza sleale delle finte insegne istituendo, attraverso la loro associazione Ardi, il progetto Marchio di qualità dei ristoranti italiani nel mondo, con lobiettivo di realizzare un circuito gastronomico internazionale di marca italiana tramite cui valorizzare le caratteristiche della nostra cucina e trasmettere quel modo di vivere tipicamente italiano, assunto ormai a simbolo di un patrimonio culturale che concorre al successo del "made in Italy" nel mondo.
Linsieme dei requisiti necessari per ottenere la certificazione, come luso di materie prime di qualità provenienti dallItalia, lefficienza e la professionalità del servizio, la realizzazione di ricette italiane e via di seguito, sono contenuti in una specifica norma tecnica approvata dal Comitato tecnico per la valorizzazione della produzione agroalimentare di qualità nella ristorazione italiana allestero, presieduto dal Ministero per le Politiche agricole e forestali. Il marchio di certificazione (i primi 30 sono stati rilasciati nel 2003 in Lussemburgo e Belgio) viene rilasciato al ristoratore solo in seguito allottenimento del certificato di conformità che attesta il rispetto dei comportamenti previsti nella norma tecnica. Anche le materie prime, però, contribuiscono a stabilire se il ristorante è veramente italiano e quindi meritevole di certificazione. In particolare: pasta, riso e polenta devono essere prodotti in Italia, lolio deve essere extravergine e il 75% dei vini della carta devessere italiano, di cui il 40% Doc. Ovviamente le carni devono essere di provenienza italiana ma il provvedimento riguarda anche i dolci, che devono essere fatti con ingredienti di qualità, nel rispetto del gusto e della tradizione tipica del nostro paese.
Valentina Tenaglia