In Italia, una donna su quattro ha rinunciato a prendersi cura della propria salute a causa della crisi economica, destinando i risparmi alle esigenze familiari e in particolare ai figli. E' quanto emerge da un'analisi dei principali dati statitistici nazionali e regionali contenuta nel libro "La salute della donna. Analisi e strategie di intervento", curato dall'Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da) in collaborazione con Farmindustria, e presentato oggi a Roma.
A dimostrazione di questa tendenza, l'aumento dell'incidenza di tutte le maggiori patologie di genere - dai tumori ai disturbi psichici, fino alle malattie cardiovascolari - dovuto non soltanto all'innalzamento della vita media, ma anche alla bassa adesione alle grandi campagne di sensibilizzazione.
Una situazione che, va precisato, non tocca solo l'Italia ma tutta Europa. Infatti, secondo quanto riportato nel volume, un quinto delle donne europee sviluppa un tumore prima dei 75 anni, ma di questi un terzo potrebbe essere evitato con una buona prevenzione e la riduzione dei fattori di rischio.
Destano attenzione anche i disturbi psichici, in particolare la depressione con un'incidenza annua intorno al 7 per cento (27-30 milioni di casi di cui 2/3 fra le donne) nella popolazione con eta' inferiore ai 65 anni, e le malattie cardiache (infarto e angina pectoris) e cerebrovascolari (ictus), divenute entrambe due fra i principali problemi di sanita' pubblica tra le donne per il peggioramento della qualita' della vita, esasperata anche dalle difficolta' economiche.
"L'uscita del libro in coincidenza con le festivita' natalizie - ha sottolineato Francesca Merzagora, presidente Onda - accresce la necessita' di riflettere ancora di piu' sull'importanza della salute e della nostra vita.
E' un appello alle donne, ma soprattutto alle Istituzioni, perche' seguano piu' da vicino possibile i contenuti del nostro volume, che fotografa in maniera attenta e critica la situazione clinico patologica attuale, evidenziando le esigenze femminili in ambito socio-assistenziale, in un panorama nel quale le differenze di genere rappresentano ad oggi uno dei piu' importanti nodi ancora da risolvere della sanita' pubblica e una sfida per il futuro".
"Il gap fra l'apsettativa di vita delle donne e quella dei maschi si sta riducendo, con un abbassamento di quella femminile e questo e' dovuto al fatto che le donne hanno incominciato anche loro a fumare, mangiare male e a fare poca attivita' fisica, ma anche a motivi sociali", ha spiegato Walter Ricciardi, professore ordinario di igiene e medicina preventiva dell'universita' Cattolica del Sacro Cuore.
"Lanciamo quindi un'allarme", ha aggiunto Ricciardi ricordando che "dal 2004 a oggi, secondo i dati Ocse, soltanto lo 0,7 per cento della spesa sanitaria ha interessato la prevenzione, mentre dovrebbe essere il 5 per cento". Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, ha infine osservato che "se il trend non si inverte ci troveremo ad affrontare disagi ancora piu' forti", evidenziando che "attualmente si contano piu' di 850 farmaci in sviluppo per malattie che colpiscono la popolazione femminile"