Stupro di Pizzoli, 33° Reggimento Aqui chiede lumi alla Procura sui militari sospettati

18 Febbraio 2012   12:38  

Sarebbero ad un passo dalla svolta le indagini sullo stupro della 21enne di Tivoli, abusata nella notte tra sabato e domenica scorsi a Pizzoli, ancora non si sa se dentro o fuori la discoteca "Guernica", chiusa per dieci giorni dal questore dell'Aquila all'indomani del fattaccio.

Tutte le attenzioni restano concentrate su un giovanissimo militare campano in servizio presso il 33° Reggimento Aqui, coetaneo della vittima. Sulla sua mano, sulla sua camicia e su un suo braccialetto, gli esperti del Ris hanno trovato sangue e tracce biologiche della ragazza.

Gli inquirenti cercano poi di capire meglio quale sia stato il ruolo del resto della comitiva, due commilitoni e la fidanzata di uno di questi. I due soldati, riascoltati dal Pm David Mancini, avrebbero chiarito alcuni passaggi, apparsi contraddittori, della loro prima deposizione, domenica scorsa, dichiarandosi estranei ai fatti.

I militari, che restano "osservati speciali", sono per due giorni in licenza, tornano in caserma lunedì. I vertici del Reggimento hanno presentato in Procura una richiesta ufficiale per sapere quale sia la loro posizione.

"Ho capito che potevo morire. Quelli volevano uccidermi" è stato il racconto shock della vittima, ancora ricoverata all'ospedale San Salvatore. Le parole, pronunciate alla madre, rappresentano per gli inquirenti un elemento in più per andare avanti nel tentativo di capire cosa sia davvero accaduto quel sabato notte.

Di certo, c'è poi che nel sangue della giovane è stato trovato un alto tasso alcolemico. Gli investigatori non escludono che possa essere stata indotta a bere. Ma ancora non hanno il placet di medici e psicologi ad interrogarla.

(MS)


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