Tagli alla spesa: il Senato nomina consulente Cammarata, l'ex sindaco spendaccione di Palermo

26 Giugno 2012   12:38  

Ricordate il Comune di Palermo con Diego Cammarata sindaco? Un ente sull'orlo della bancarotta, le cui casse venivano rimpinguate dal "governo amico di Silvio Berlusconi? Ebbene, alla luce di quella gestione così "virtuosa" il politico siciliano, costretto a dimettersi lo scorso gennaio, è stato chiamato a Roma per ridurre i costi proprio degli enti locali.

"Cammarata? Sarà un omonimo" ha ironizzato qualcuno in madre patria. Invece è proprio l'ex sindaco ad essere stato nominato consulente del Senato per i tagli alla spesa degli enti locali.

Una decisione che ha scatenato l'indignazione generale. "Nessun dissesto finanziario e nessun commissariamento riguardano la mia gestione - si difende -. La verità è che siamo alle solite: siccome di me non si può dire che sono un corrotto o un mafioso ci si aggrappa a cose ridicole".

E’ un fatto però, ricorda La Stampa, che l’Amia, l’azienda rifiuti che era il gioiellino di famiglia di Leoluca Orlando - appena rieletto sindaco - aspetta a giorni la pronuncia dei giudici sul suo fallimento dopo avere inghiottito in dieci anni 850 milioni. Che la Gesip, carrozzone di precari, abbia finito i soldi dell’ennesima proroga e non sappia più come foraggiarsi. Che il commissario straordinario nominato dopo le dimissioni di Cammarata abbia dovuto varare un bilancio lacrime e sangue che, a cinque giorni dalla scadenza di legge, il Consiglio non osa approvare. Che alle ultime elezioni nel centrodestra c’era la gara a prendere le distanze da un’amministrazione uscente (quella con più personale d’Italia: 9.594 occupati, uno ogni 69 abitanti) che per stare a galla era stata costretta a utilizzare pure i soldi del fondo di riserva, quelli per le calamità naturali.

Eppure adesso è nientemeno che Palazzo Madama a volersi avvalere delle collaborazione di Cammarata e proprio per i tagli agli enti locali, sotto l’ombrello dell’unico amico politico che è rimasto all’ex primo cittadino (il presidente del Senato Renato Schifani) e a fianco del deputato questore Angelo Maria Cicolani, eletto nel Lazio.

Al quale, poveretto, tocca pure la parte in commedia più difficile, quella di fare da scudo alla seconda carica dello Stato. "Il presidente Schifani – dice – è totalmente estraneo alla vicenda. Tirarlo in ballo è pertanto strumentale e fuori luogo. L’ex sindaco di Palermo fa parte esclusivamente della mia segreteria. Ho voluto utilizzare nell’ufficio di Questura le conoscenze giuridiche e amministrative dell’avvocato Cammarata, che conosco e apprezzo da moltissimi anni".

Cammarata, rispondendo alle accuse, ha spiegato che si tratta di un distacco e non di una consulenza: dal ministero della Pubblica istruzione, essendo di docente negli istituti medi e superiori ottenuto dopo un concorso pubblico fatto in gioventù.


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