La Regione Abruzzo ha varato una manovra fiscale da 40 milioni di euro per affrontare il disavanzo sanitario, suscitando un acceso dibattito politico e sociale. La misura prevede una rimodulazione delle aliquote IRPEF, con l'obiettivo dichiarato di alleggerire il carico fiscale sui redditi più bassi e incrementarlo per il ceto medio. Rete8+1Abruzzo Cityrumors+1
Nello specifico, l'aliquota per i contribuenti con redditi fino a 28.000 euro scenderà dall'1,73% all'1,63%, mentre per coloro che guadagnano tra 28.000 e 50.000 euro l'aliquota aumenterà dal 2,63% al 3,23%. I redditi superiori ai 50.000 euro manterranno l'aliquota attuale del 3,33%.
Questa decisione ha innescato una forte reazione da parte della Lega, che ha espresso preoccupazione per l'impatto sul ceto medio, tradizionalmente considerato il motore economico della regione. Il partito ha richiesto un nuovo incontro di maggioranza per discutere alternative, sottolineando l'importanza di proteggere le aree interne e i relativi presidi sanitari.
Le opposizioni non hanno tardato a manifestare il proprio dissenso. In una conferenza stampa a L'Aquila, il gruppo Patto per l’Abruzzo ha criticato l'aumento delle tasse, evidenziando come la misura gravi su una fascia di popolazione già provata da difficoltà economiche.
Secondo stime, circa 244.000 cittadini abruzzesi saranno direttamente interessati dagli aumenti fiscali previsti dalla manovra. Questo ha sollevato preoccupazioni riguardo al possibile impatto sul potere d'acquisto e sulla domanda interna, elementi cruciali per la ripresa economica regionale.
È interessante notare che, a livello nazionale, il governo aveva annunciato nella Legge di Bilancio 2025 l'intenzione di ridurre l'IRPEF per sostenere il ceto medio. Tuttavia, in Abruzzo si assiste a un trend opposto, con aumenti fiscali che sembrano contraddire le linee guida nazionali.
In conclusione, la manovra fiscale abruzzese ha acceso un vivace dibattito sulle scelte economiche regionali e sulle loro ripercussioni sociali. Mentre l'obiettivo di sanare il disavanzo sanitario è condiviso, resta da vedere se l'attuale strategia sarà efficace senza penalizzare eccessivamente il ceto medio e l'economia locale.