Telecom: 15 licenziamenti a Pescara

25 Gennaio 2012   21:58  

“Un ordine del giorno urgente che presenterò domani in Consiglio comunale per mobilitare le Istituzioni sul ‘caso’ del rischio licenziamenti in atto alla Telecom di Pescara e soprattutto la richiesta di un incontro con il Prefetto D’Antuono per discutere della vertenza sindacale aperta da un mese all’interno dell’Azienda. Sono le due iniziative che metterò subito in atto per fronteggiare il ‘caso’ inerente i 15 operatori della Telecom che, da un giorno all’altro, senza alcun preavviso, si sono visti comunicare la chiusura del proprio ramo d’azienda e lo spostamento al call center del 187 che ha già degli esuberi, tanto che anche per il call center si parla di una cessione all’esterno. Una doccia fredda per i dipendenti, ma una mannaia anche per Pescara che si vede depauperata di un servizio prestigioso e di materiale umano prezioso. Della vicenda ho già interessato, attraverso l’onorevole Toto, il Presidente della Camera Fini che ha preso a cuore la vicenda”.

Lo ha detto il capogruppo consiliare di Futuro e Libertà Massimiliano Pignoli nel corso della conferenza stampa odierna convocata per illustrare la vicenda, con le rappresentanti sindacali dell’Ugl regionale, Daniela Tanderlini, e Antonietta Tansella, del Direttivo Telecomunicazioni.
“Il problema è grave e piomba sulla città in un momento storico in cui la disoccupazione sta toccando punte record – ha detto il capogruppo Pignoli -. In sostanza 15 dipendenti Telecom si sono visti comunicare dall’oggi al domani uno spostamento di mansioni da un ufficio all’altro, uno spostamento che in realtà sarebbe il preludio di un licenziamento per esuberi del personale e la vigilia della Cassa integrazione.

Una volta la Telecom, ex Sip, era simbolo di stabilità lavorativa, se oggi perdiamo anche tale sicurezza siamo in una situazione drammatica. Ovviamente il Fli è pronto alle barricate: con i dipendenti organizzeremo anche dei sit in fuori dagli uffici della Prefettura, nel frattempo invierò una nota ufficiale al Prefetto per chiedergli di essere convocati per un tentativo di conciliazione sino a oggi fallito”.

“Il Settore che sostanzialmente verrà smantellato – hanno spiegato Tanderlini e Tansella – è quello del Credit Management Territoriale Credito Operativo e Sofferenza clientela Business, istituito nel 2008: lo abbiamo scoperto per caso a fine novembre scorso quando, al termine di un incontro con l’Azienda per altre ragioni, alle 18.30, ci è stato detto che il servizio, oggi situato su un piano della sede della centrale telefonica di via Milano, al civico 35, sarebbe stato chiuso, con il trasferimento dei 15 addetti al servizio Call Center del 187, con sede in via Bardet. Una notizia accolta tra lo stupore e l’indignazione dei sindacati, anche perché l’Azienda non ci ha dato alcuna spiegazione.

Subito abbiamo attivato una procedura di raffreddamento, ossia un tentativo di conciliazione al quale l’Azienda non si è mai presentata; poi abbiamo incontrato il viceprefetto e il rappresentante aziendale locale che non sapeva nulla. In sostanza alla base ci sarebbe la necessità di tagliare le spese, partendo però da un settore che è altamente produttivo e che proprio per questo nel 2011 si è visto attribuire un premio nazionale per aver raggiunto tutti gli obiettivi. Abbiamo chiesto un altro incontro all’Azienda, che però ce lo ha negato.

Entro qualche giorno quei 15 dipendenti, che possono vantare un’elevata professionalità, si troveranno a vendere telefoni, 15 dipendenti che già da anni operano con un contratto di solidarietà, ossia per evitare il licenziamento hanno accettato una decurtazione del 3 per cento sugli stipendi, contratto che scadrà a ottobre 2012, e che andranno in un settore, il call center, che vede la presenza di 50 operatori, anch’essi in esubero e sottoposti a contratto di solidarietà. E’ evidente che tale scelta prelude alla Cassa Integrazione tra qualche anno.

Il progetto di Telecom è di cedere il call center al Telecontact. Prima eravamo un Centro direzionale con un Direttore e affiliati, oggi non abbiamo più nulla e stiamo cedendo servizi a favore delle Marche. Se occorre tagliare le spese, ci chiediamo perché hanno scelto di cominciare da Pescara che può vantare personale altamente specializzato”.

EB


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