Teramo Nostra scrive a Napolitano: "Il Teatro romano a rischio deturpamento"

28 Marzo 2012   14:03  

Con le ultime notizie, mostrando l'Amministrazione comunale e la Soprintendenza pervicacia a concludere i lavori parziali sul Teatro Romano (illuminazione, passererlla) con la rimozione dei 1400 reperti archeologici, l'associazione Teramo Nostra, di concerto con il Partito Radicale, tramite l'avvocato Vincenzo Di Nanna, ha presentato denuncia alla Procura della Repubblica per 'deturpamento di un bene archeologico' (ex art. 733 del Codice Penale: danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale). 

Vista la insistenza della Soprintendenza a proseguire i lavori, l'Associazione Teramo Nostra ha fatto appello al Presidente della Repubblica ed è in attesa, a seguito del sit in a Roma, di una risposta del ministro per i Beni Culturali Lorenzo Ornaghi.

LA LETTERA A NAPOLITANO

Illustre Presidente,

la nostra associazione è da tempo impegnata nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico-culturale della città. 

Il maggior monumento antico della città d'Interamnia - città che fu emporium dei Piceni e colonia-municipio in epoca augustea - aspetta da mezzo secolo la definizione per un riuso a fini culturali.

Il teatro romano della nostra città, unico in Abruzzo e coevo del teatro di Marcello a Roma, fu dedicato ai nipoti dell'imperatore, Lucio e Gaio.

Attraverso studi e azioni archeologiche, dagli anni Venti iniziarono i lavori di recupero e valorizzazione (relazione dello storico-archeologo Edoardo Galli all'Accademia dei Lincei nel 1926).

Le successive vicende travagliate, dagli anni Trenta ad oggi, pur avendo coperture finanziarie governative (nel 1938 il ministro Bottai assicurò 150.000 lire e nel 1999 il ministro Melandri garantì 910.000.000 di lire), tendevano specificamente all'abbattimento del modesto, incongruo caseggiato (Adamoli), al fine di rimettere a vista la cavea e il frons scenae del teatro augusteo.

Nel corso degli anni ambigui procedimenti amministrativi, sfacciatamente, consolidavano gli edifici, rinviando sine die il recupero totale.

Se il teatro augusteo di Benevento, coevo del nostro, riusciva in poco tempo ad essere riportato completamente alla luce, il nostro a tutt'oggi rimane bloccato.

Le Sovrintendenze d'Abruzzo hanno deciso per giunta di rimuovere 1400 reperti archeologici per spostarli in un nucleo industriale, rinviando quindi la ricostruzione di 4 fornici abbattuti incautamente dalle stesse nel 1960.

L'elemento dirimente per la valorizzazione del Teatro di Interamnia passa attraverso l'abbattimento delle case incongrue e il mantenimento in situ dei reperti archeologici utili per la ricostruzione delle parti abbattute.

Facciamo appello alla Sua autorevole persona affinché iniziative incaute di tecnici e amministratori locali rispettino con oculate scelte il bene archeologico teramano - nazionale.

Nel ringraziarla per la Sua attenzione, porgiamo i nostri ossequi

Il Presidente di Teramo Nostra
Piero Chiarini


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