Teramo, discarica La Torre: è di nuovo allarme

I cittadini: '' il maltempo non c'entra''

18 Novembre 2008   19:03  
Risale a ieri mattina l' allarme lanciato da alcuni residenti del teramano in merito alla fuoriuscita di percolato nella discarica La Torre. Nonostante i due milioni di euro spesi per la realizzazione dei lavori di adeguamento e messa in sicurezza dell' area in questione, e l' aumento considerevole dalla tassazione sui rifiuti nei confronti di cittadini e imprese, la discarica di Contrada La Torre, crollata nel 2006 e sotto indagine per disastro ambientale, torna ad alimentare una crisi inquinamento che sembra proprio non volersi congedare dalle terre abruzzesi,e che anzi richiede il massimo dello sforzo civico e politico affinchè venga definitivamente risolta.

Secondo le prime ricostruzioni della Forestale - inviata dalla Procura il giorno stesso della segnalazione - sarebbero state le copiose precipitazioni che hanno sconvolto gran parte del territorio regionale, a causare la fuoriuscita del percolato da una delle tubazioni utilizzate per la raccolta dell' acqua piovana, accanto la massa di rifiuti coperti.

Il comitato dei residenti La Torre tuttavia scuote la testa: "è vero, ha piovuto. Ma la discarica era coperta dal telo e dalle opere di messa in sicurezza che avrebbero dovuto evitare proprio che il percolato defluisse all’ esterno dell’ area. Quali dati di inquinamento delle falde bisogna attendere per scoprire che i rifiuti, nell’area del lago sottostante, sono rimasti sotterrati? ".

La sostanza trae origine essenzialmente dall'  infiltrazione dell' acqua nella massa dei rifiuti, e dall’ alterazione e decomposizione degli stessi. Il percolato, prodotto dalle discariche di scarti solidi urbani viene comunemente definito come un "refluo con un tenore più o meno elevato di inquinanti organici e inorganici, inclusi i metalli pesanti". Di colore bruno, variabile a seconda del tipo di concentrazione, il pericoloso liquido presenta una consistenza più o meno viscosa mentre il suo odore, di norma definito "stagnante", viene percepito solitamente come sgradevole dall' olfatto umano. Inutile aggiungere che per legge, il percolato deve essere captato ed opportunamente trattato nell' area stessa della discarica, trasportato in impianti ad hoc, oppure in strutture idonee al trattamento delle acque di scarico urbane.

Il sito intanto, dopo la fine dei lavori è tornato nelle mani dell' amministrazione comunale, chiamata a disporre, nel breve termine, le tanto agognate operazioni di bonifica e risanamento ambientale che dovrebbero riportare l'area sotto inchiesta ad un livello sufficiente di sostenibilità ecologica. Per il prossimo 27 novembre è stata disposta invece l' udienza preliminare, in occasione della quale il giudice deciderà se processare le 14 persone coinvolte nel crollo della discarica, o disporre il non luogo a procedere.
Costituita in giudizio anche Legambiente che guidata da Angelo Di Matteo è stata tra le prime ad accusare il Comune di Teramo di crimine contro l'ambiente: "Si è trattato di un disastro ambientale annunciato ed i responsabili vanno perseguiti affinché fatti del genere non si verifichino più. La discarica versava in situazioni critiche, così come ricostruito dalla stessa Procura della Repubblica, e nonostante le amministrazioni ne fossero state avvisate, non solo non sono intervenute ad evitare il disastro, ma hanno persino previsto un progetto di ampliamento ignorando, oltre che il buon senso, le normative in materia ambientale, di difesa del suolo e di pianificazione dei rifiuti”


Giovanna Di Carlo



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