Studenti e famiglie si mobilitano: richiesto il ritorno delle scuole in centro storico e la realizzazione di una struttura alternativa entro il 2025.
La chiusura del Convitto Nazionale Melchiorre Delfico di Teramo, avvenuta oltre un mese fa per ragioni di sicurezza sismica, continua a suscitare proteste. Circa 1.200 studenti, distribuiti tra licei e scuole di diverso ordine, sono stati trasferiti in sedi provvisorie dopo il provvedimento di sequestro disposto dal Tribunale di Teramo. La misura, legata all'insufficiente indice di vulnerabilità sismica dell'edificio aggravata dagli effetti del terremoto del 2016, ha lasciato la comunità scolastica in una situazione di disagio.
In una lettera aperta congiunta, i rappresentanti del Consorzio Shopping in Teramo Centro, il Comitato Delfico, le famiglie degli studenti e l’intera comunità scolastica hanno lanciato un appello alle istituzioni. Le richieste sono rivolte al presidente della Provincia Camillo D’Angelo e al sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, esigendo risposte concrete entro giovedì 21 novembre.
Le istanze principali contenute nella lettera sono:
Tra le opzioni proposte per la nuova struttura figurano l’area dell’ex Stadio Comunale, indicata come prioritaria, seguita dalla Palestra Mazzini, dall’ex Utap e dall’Archivio di Stato.
In caso di mancata risposta entro la scadenza, i firmatari minacciano una mobilitazione con una richiesta formale di dimissioni delle autorità locali.
La lettera sottolinea il ruolo centrale del Convitto e delle scuole annesse, tra cui il Liceo Scientifico, il Liceo Classico, il Liceo Coreutico, il Liceo Musicale, il Liceo Europeo e le scuole di livello primario e secondario.
“Il Convitto incarna l’identità culturale e intellettuale di Teramo, unendo tradizione educativa e apertura verso il futuro”, si legge nella lettera.
Inoltre, i firmatari ribadiscono che solo una collocazione in centro può permettere agli istituti di mantenere il loro ruolo di fulcro delle attività culturali e sociali, contribuendo alla vitalità del tessuto urbano e rafforzando il senso di appartenenza della comunità cittadina.
La vicenda del Convitto si inserisce in un quadro complesso, dove la sicurezza degli edifici scolastici si scontra con la necessità di preservare il legame tra istituzioni educative e città. La decisione delle autorità locali potrebbe segnare un punto di svolta per l’intera comunità scolastica e il futuro del centro storico di Teramo.
Con l’avvicinarsi della scadenza, resta alta l’attenzione sulle risposte che Comune e Provincia riusciranno a fornire, tra urgenza di interventi strutturali e richieste pressanti di studenti, genitori e commercianti.