Terminator Salvation e le altre uscite della settimana

Le recensioni dei film

13 Giugno 2009   13:58  

Terminator Salvation

Regia: McG
Cast: Christian Bale,Sam Worthington, Moon Bloodgood, Common, Bryce Dallas Howard
Genere: Azione
Durata: 115 minuti
Voto: O

Nel 2018 è in corso il tanto atteso Giorno del Giudizio. I Terminator uccidono e catturano uomini a tutto spiano, lasciando le città deserte e senza speranza. Per fortuna, un piccolo gruppetto di volenterosi, la cosiddetta Resistenza, si oppone a quella che sembra ormai una fine inevitabile. A capo di questa minoranza di persone c'è John Connor, l'unico ad aver previsto questa catastrofe.
Se la saga di Terminator è riuscita ad arrivare fino al quarto capitolo ( e se ne prevede anche un quinto) è perchè James Cameron prima e Jonathan Mostow poi) erano riusciti, con alterne fortune, a produrre film in grado di mescolare fantascienza e pillole di filosofia spicciola. Pur non disdegnando effetti speciali a catinelle, i tre episodi precedenti si distinguevano per una certa cura della sceneggiatura, che dava al prodotto finale un senso di completezza. Terminator Salvation prova a fare da solo, tagliando il cordone ombelicale che lo legava agli altri, e da vita ad uno spettacolone arido, privo di qualsiasi senso, col solo obiettivo di sfruttare un marchio di successo.
'Il destino ce lo creiamo da soli', ideale sottotitolo di tutta la saga, scompare del tutto. La sceneggiatura di John Brancato e Michael Ferris non tiene conto della filosofia che c'era dietro gli altri film, partorendo un non-sense fatto solo di spari e sangue. Sono riusciti a rovinare un classico del cinema fantasy, quando sul tavolo c'erano tutte le carte per un nuovo memorabile capitolo. Il regista McG non è di certo James Cameron, ma non fa nulla per rimaediare alle sue lacune, portandosi dietro lo stesso stile con cui aveva direttole due pellicole dedicate alle Charlie's Angels. Troppo poco per competere con un mostro sacro come Cameron.
Dire che è un peccato è poco, siamo davanti ad un' autentica scempiaggine.

Ca$h

Regia: Eric Besnard
Cast: Jean Dujardin, Jean Reno, Valeria Golino, Alice Taglioni
Genere: Azione
Durata: 100 minuti
Voto: OO 1/2

Cash è un ladro affascinante che fa letteralmente impazzire la polizia francese. I suoi imbrogli sono una vera e propria leggenda ormai nei commissariati d'Oltralpe, e nessuno sbirro è mai riuscito ad acciuffarlo. Quando suo fratello viene ucciso, decide di vendicarsi organizzando una mega truffa per entrare in possesso di una valigetta piena di diamanti. Dovrà vedersela con un'agente dell'Interpol sulle sue tracce.
Cash è un film francese, ma sembra americano. Sia la regia che la sceneggiatura strizzano l'occhio alle produzioni made in Usa (vedi Ocean's eleven), ma non ne è una copia. In effetti, trova un suo punto di distinzione rispetto alla trilogia di Soderberg, ma è molto lontano dall'essere un prodotto originale. Cash sembra un Arsenio Lupin dei nostri giorni, che con il suo fascino conquista e ammalia le sue vittime.
Eric Besnard, regista e sceneggiatore del film, disegna una trama eccessivamente complicata, che richiede uno sforzo troppo grande per essere seguita con attenzione dallo spettatore, e corre il rischio di confonderlo, portandolo alla noia. Nonostante tutto, se apprezzate il genere non rimarrete delusi, grazie anche ad un finale totalmente spiazzante. Bravi tutti gli interpreti, ad eccezione di Valeria Golino, bellissima ma che conferma di avere qualche problema di espressività vocale in fase di doppiaggio.
Non sarà un esempio di creatività, ma questo Cash risulta nel complesso abbastanza riuscito.

Garage

Regia: Lenny Abrahamson
Cast: Pat Shortt, Conor Ryan, Anne-Marie Duff, Don Wycherley, Andrew Bennet
Genere: Commedia drammatica
Durata: 85 minuti
Voto: OOOO

Josie è il benzinaio di una piccola comunità irlandese, semi deserta e in cui ogni giorno è uguale all'altro. L'uomo è considerato come il più classico degli scemi del villaggio, e sopporta ogni giorno le angherie dei soliti codardi che lo prendono di mira, ma gioisce anche delle piccole attenzioni del resto del paesino. Il suo mondo inizia e finisce in quella piccola stazione di servizio. Un giorno, però, arriva David, quindicenne col compito di dargli una mano nello sbrigare il lavoro del week-end. Sarà l'incontro che gli cambierà la vita.
La vita di Josie è simile a quella di un cavallo selvaggio, addestrato a vivere in una comunità. Vive nel chiuso di un recinto, in questo caso una stazione di servizio, dove la gente passa lo osserva, a volte lo giudica, altre, invece, si ferma per offrigli piccoli bocconi di vita, condividendo la solitudine o qualche piccola soddisfazione. Josie se ne sta nel suo piccolo pianeta, buono buono e senza dare fastidio, vivendo la vita naturalmente, senza ipocrisie e con molta ingenuità. Quest'ultima, più che una qualità, è da considerarsi un difetto in una socierà, come quella odierna, che non ti perdona nulla. Ecco allora, che gli sguardi benvoli si fanno diffidenti, e quel recinto fatto delle sue misure, diventa stretto e simile a una prigione, ìn cui gli altri lo hanno legato e da cui è impossibile uscire.
Il regista Lenny Abrahmson e lo sceneggiatore Mark O’Halloran ci parlano di solitudine, tratteggiando la delicatissima figura di Josie, uomo semplice semplice, tradito dalla sua ingenuità. Pat Shortt interpreta il protagonista con straordianria partecipazione, consegnandoci una delle prove d'attore più convincenti viste quest'anno. Vincitore del Festival di Torino 2007, Garage è un film che, come il suo protagonista, arriva dritto dritto al cuore con la sua genuinità. Chi lo vedrà, non lo dimenticherà tanto facilmente. Bellissimo.

Francesco Balzano

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